L’icona del giornalismo sportivo italiano aveva 90 anni. Rino Tommasi è stato uno dei più grandi esperti nazionali di pugilato e tennis, un innovatore dell’informazione e il più giovane imprenditore nella boxe della storia. Salvatore, veronese di nascita, se n’è andato nella giornata di ieri. “Ci lascia il giornalista che in coppia con Gianni Clerici ha segnato la storia del tennis, raccontato per numeri fino a guadagnarsi il soprannome di ComputeRino. Le sue telecronache erano ricche di statistiche, record, risultati e date, tanto che anche l’Atp l’aveva premiato per ben due volte come cronista dell’anno. Addio Rino, professore del giornalismo”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha salutato il gigante dell’informazione sportiva e suo corregionale.
È stato proprio Tommasi a “inventarsi” la figura del secondo commentatore nel tennis, idea platonica che poi ha trovato forma e sostanza nel compagno di lavoro e di avventura Gianni Clerici, con il quale ha contribuito a far crescere la disciplina sportiva in Italia, fino al giorno d’oggi. Dalla cronaca normale, al piacere del racconto, dello storytelling, del botta e risposta. Tommasi e Clerici hanno innalzato fortemente il livello della sceneggiatura del racconto sportivo, ponendo un nuovo standard che ad oggi è quasi dato per scontato.
Parallelamente all’attività giornalistica, negli anni Sessanta Tommasi si è dedicato all’organizzazione di eventi di boxe, in particolare con la sua Italiana organizzazioni sportive (Itos) al Palazzo dello sport di Roma, diventando il primo impresario italiano nel campo del pugilato e il più giovane a livello mondiale. Negli anni Ottanta, per essere precisi nel 1981, è diventato il primo direttore dei servizi sportivi della rete Canale 5, cominciando così la sua personale carriera televisiva, e nei successivi 30 anni si affermò come il telecronista sportivo più riconoscibile e apprezzato della storia della comunicazione sportiva italiana. Si ritaglia uno spazio all’interno del monopolio tutto calcistico della Rai, facendo acquistare i diritti per trasmettere gli sport professionistici americani, per poi passare al tennis. Una grande intuizione, poi nel 1991 si trasferisce a Telepiù (che nel 2004 diventerà poi Sky), sempre con il ruolo di direttore dei servizi sportivi, dedicandosi alle sue grandi passioni, la boxe e la racchetta.
Aggiornato il 08 gennaio 2025 alle ore 16:10