Il tennis italiano sta vivendo un periodo d’oro. La doppietta realizzata dalla nazionale di tennis maschile nelle ultime due edizioni della Coppa Davis ed il trionfo della nazionale femminile nella Billie Jean King Cup, sono solo la conferma dell’incredibile ascesa che è stata realizzata dai tennisti italiani negli ultimi anni. In molti, però, si sono dimenticati di uno dei precursori di questo “periodo d’oro”: Fabio Fognini, fresco vincitore del Challenger di Montemar. Nato a Sanremo nel 1987, il ligure ha mostrato sin da giovane un talento straordinario. La sua tecnica è una delle più raffinate, soprattutto per quanto riguarda la capacità di giocare con la palla in maniera diversa da molti altri tennisti. Le sue geometrie e la precisione nelle giocate sono qualità che lo hanno reso capace di battere alcuni dei nomi più importanti del tennis, anche nei tornei più prestigiosi.
L’ex numero 9 al mondo, è un tennista che ha sempre saputo esprimere la sua personalità sul campo. Il suo gioco è fatto di accelerazioni improvvise, variazioni di ritmo e cambi di angolo sorprendenti, il che lo ha reso da sempre imprevedibile. La sua capacità di adattarsi al gioco degli avversari, con un mix di abilità tecniche e intuizioni, è ciò che lo ha sempre reso speciale. Tuttavia, questo talento non è sempre bastato a garantirgli risultati costanti. Le sue esplosioni di rabbia e la sua difficoltà a mantenere la concentrazione nei momenti critici lo hanno spesso messo in difficoltà, facendo emergere una delle sue caratteristiche più controverse: la sregolatezza. Le sue crisi di nervi, le discussioni con l’arbitro e i momenti di tensione psicologica sono diventati parte integrante della sua carriera. Non mancano, infatti, i casi in cui Fognini ha lasciato la sua impronta non solo per i colpi spettacolari ma anche per le polemiche e i comportamenti sopra le righe.
Episodi come il famoso “insulto” a un giudice di linea durante un match a New York, o l’incredibile bufera sollevatasi dopo che il ligure, durante il terzo turno di Wimbledon 2019, diede dei “maledetti” ai tifosi inglesi augurandogli che una bomba gli cadesse in testa, sono diventati parte del suo racconto, testimoniando la sua difficoltà a gestire le emozioni. Tuttavia, nonostante queste carenze psicologiche, il classe 1987 è riuscito a trovare il suo equilibrio in alcuni dei momenti più importanti della sua carriera. La sua vittoria al Masters 1000 di Montecarlo nel 2019, per esempio, è stata una delle sue più grandi conquiste, avvenuta dopo aver battuto un avversario del calibro di Rafael Nadal in una partita che ha mostrato il suo lato più maturo e lucido.
La resilienza, unita alla sua qualità di gioco, lo ha sempre reso un personaggio affascinante ma allo stesso tempo imprevedibile, e la sua relazione con i tifosi è sempre stata ambivalente. Da un lato è amato per la sua passione, il suo carisma e il suo stile di gioco; dall’altro le sue scelte comportamentali sul campo hanno generato critiche e divisioni. Proprio per questa sua natura di “genio e sregolatezza”, Fabio è un personaggio che non lascia mai indifferenti: o lo si ama o lo si detesta, ma difficilmente si può restare neutri di fronte a lui.
Nonostante le controversie che lo hanno sempre accompagnano, è indiscutibile che il suo talento e la sua determinazione abbiano fatto innamorare moltissimi italiani di questo sport.
Aggiornato il 29 novembre 2024 alle ore 13:07