Vincere una Coppa Davis è un traguardo storico. Portarne a casa due di fila, un’impresa che ha dell’incredibile. Nella Finale contro l’Olanda, l’Italtennis ha fatto la voce grossa grazie ai due protagonisti della competizione a squadre di quest’anno, Matteo Berrettini e il numero uno del ranking Atp Jannik Sinner. Ma il capitano Filippo Volandri deve ringraziare anche Simone Bolelli, Andrea Vavassori e Flavio Cobolli, che hanno portato punti importantissimi nel girone. Da Coppa a Coppa, in un anno, sono cambiate molte cose: da Berrettini che ha trascinato la squadra alla vittoria senza poter giocare alla stessa racchetta romana che ora ha vinto sei incontri su sei, da Sinner che salta Bologna e viene massacrato allo stesso Jannik che, da number one certificato porta in trionfo la Nazionale, alla femminile che ha vinto per la quinta volta nella storia la Billie Jean King Cup. Gli ultimi saranno i primi, diceva un famoso predicatore di 2000 anni fa, e adesso il tennis internazionale è inequivocabilmente azzurro.
Anni di fatica, sacrificio, di spallate nelle bassifondi della classifica e tanta tanta scuola hanno finalmente pagato. Matteo è tornato dopo gli infortuni ad essere the hammer, ed è stato proprio il romano classe 1996 l’asso nella manica dell’Italtennis, vincendo tutte le partite compreso il primo singolare della Finale contro Botic Van de Zandschulp per 6-4, 6-2. “Dedico questa coppa alla mia famiglia, alle persone che mi sono state vicine ma anche a me perché ho avuto il coraggio di non mollare, ho fatto delle scelte difficili per la mia vita per la mia carriera. Ci ho sempre creduto”, ha esordito la racchetta romana dopo la premiazione. Berrettini è stato voluto in campo da Jannik e dal capitano Volandri, due artefici attivi del rilancio del tennista romano. Che adesso, rientrato nella top 40 della classifica mondiale, può presentarsi come testa di serie agli Open di Australia a inizio 2025.
“Oggi è stata dura, avevamo tanta pressione addosso”, ha aggiunto Sinner dopo aver battuto un ottimo Tallon Griekspoor 7-6, 6-2, ricordando che “da quando siamo arrivati abbiamo dato il 100 per cento, vincere la Davis è una grandissima emozione”. E ancora: “Sicuramente è diverso con Matteo in squadra, poi Lorenzo, Andrea e Simone hanno dato un grandissimo contributo. Siamo contenti di vincere un trofeo così importante, da condividere con gli italiani, il capitano e lo staff che c’è dietro”, ha chiosato l’altoatesino, commentando un 2024 “intenso”, tra classifica e caso antidoping. Ma nove vittorie, tra cui le Atp Finals di Torino e la Davis a Malaga, non capitano proprio tutti i giorni. Jannik può e deve essere più che soddisfatto.
Adesso, l’Italia si ascrive al ristretto cerchio di Nazionali che hanno vinto nello stesso anno sia la Coppa Davis che la Billie Jean King Cup. Insieme a Stati Uniti, Australia, Repubblica Ceca e Russia. L’età dell’oro è appena cominciata, vietato fermarsi ora.
Aggiornato il 25 novembre 2024 alle ore 19:27