Nigeria trattenuta in Libia, i giocatori ostaggi in aeroporto

Episodi come questo non hanno nulla a che vedere con il calcio. La Nazionale nigeriana ha deciso di boicottare la partita contro la Libia, che si sarebbe dovuta tenere ieri, nell’ottica delle qualificazioni per la Coppa d’Africa. Le super aquile dovevano atterrare, secondo programma, a Bengasi, per poi sfidare la nazionale del Paese nordafricano, ma il loro volo è stato dirottato verso il piccolo aeroporto di Al Abraq, a 230 chilometri di distanza dal luogo del match. Sarebbero state circa tre ore e mezza di pullman senza garanzie sulla sicurezza dei calciatori nigeriani, se solo il mezzo di trasporto fosse arrivato. C’è chi parla di 12, chi invece è convinto che siano state 14 le ore in cui la Nigeria è rimasta ostaggio nell’aeroporto libico, senza acquacibo. Inoltre, sembrerebbe che gli alberghi e le strutture ricettive nelle vicinanze abbiano ricevuto l’ordine di non accogliere le super aquile, che si sono sistemate all’addiaccio al Al Abraq.

Il primo a denunciare sui social l’accaduto – soprattutto sul suo profilo X – è stato il capitano della Nigeria William Troost-Ekong (i più attenti se lo ricorderanno con le maglie di Udinese e Salernitana), che gioca tra le fila dell’Al-Kholood. Il difensore classe 1993 ha fatto una cronaca testuale delle diverse ore trascorse dai suoi compagni in aeroporto, raccontando di come lui stesso si sia messo a colloquio con i tour operator, gli organizzatori e i rappresentanti delle varie federazioni calcistiche. A un certo punto, quando “la situazione è diventata spaventosa”, come ha scritto sui suoi canali social il bomber della Nazionale e del Bayer Leverkusen Victor Boniface, Troost-Ekong ha chiesto al pilota nigeriano di riportarli indietro, ma niente: non potevano rifornirsi di carburante.

Fortunatamente, la risonanza mediatica che ha avuto questa storia ha convinto la Federazione e il governo libico a smuovere chi di dovere e a far rimpatriare le super aquile, dopo circa 14 ore in aeroporto senza cibo né acqua (la benzina per l’aereo, c’era sempre stata). “Abbiamo deciso di non giocare e abbiamo chiesto al governo di riportarci a casa, me ne sono capitante tante giocando fuori casa in Africa ma questo è vergognoso”, ha spiegato il capitano della Nazionale, riferendo di aver boicottato insieme ai compagni la partita contro la Libia. “Abbiamo il massimo rispetto per la controparte nigeriana ma vogliamo rassicurarli che il dirottamento del loro volo non era voluto e i disagi sono legati a protocolli aeroportuali e a controlli di routine”, ha ribattuto la Federcalcio del Paese ospitante. Il dubbio che tutto questo sia stato fatto per mettere “pressione psicologica” sulla Nigeria, però rimane. Può valere tre punti un trattamento così disumano?

Aggiornato il 15 ottobre 2024 alle ore 16:30