L’ex bomber di Juventus e Inter si è spento nella notte. Se né andato un’idolo, un simbolo azzurro e del calcio che non c’è più. Totò Schillaci aveva 59 anni, e dopo essere stato ricoverato in gravi condizioni lo scorso 7 settembre nel reparto di pneumologia dell’Ospedale civico a Palermo, sembrava rispondere alle cure. Secondo l’azienda sanitaria, l’ex attaccante sembrava, negli ultimi giorni, rispondere alle cure dei medici. I bollettini segnalavano un leggero ma costante miglioramento delle sue condizioni del calciatore, che tempo fa aveva contratto un tumore ai polmoni, fino alle ultime ore di ieri in cui le sue condizioni si sono aggravate irrimediabilmente. La camera ardente potrebbe essere allestita al Renzo Barbera di Palermo, ma è ancora troppo presto per le comunicazioni ufficiali.
Nella giornata di ieri, i medici del Civico affermavano che “nelle ultime 24 ore le condizioni cliniche del paziente Salvatore Schillaci sono in sensibile peggioramento, il supporto farmacologico e strumentale delle funzioni cardiorespiratorie consentono al momento una stazionarietà dei parametri vitali”. Questo il bollettino medico. Sempre la direzione dell’ospedale: “Il paziente effettua anche terapie antidolorifiche, è sedato farmacologicamente ed è accudito in maniera continuativa dal personale medico e infermieristico e dai familiari”. Il capocannoniere di Italia 90 se n’è andato, circondato dai suoi cari, e l’intero mondo del calcio piange la dipartita di un simbolo dello sport italiano nel mondo. E difficile crederci, che una persona umile, uno come noi – ancor prima di un fortissimo attaccante – se ne sia andata così presto.
“Queste malattie non guardano in faccia nessuno”, aveva detto Schillaci alla morte di Gianluca Vialli, e nessuno sapeva che anche lui stava combattendo contro questo male. E insieme a Diego Maradona e Paolo Rossi, Totò si aggiunge alla schiera di leggende del calcio che ci hanno lasciato, ancora giovani, nell’arco di un quadriennio. Schillaci è stato il volto di Italia 90, il primo italiano a volare in Giappone – dopo l’esperienza all’Inter – e anche un politico, in quota Forza Italia in consiglio comunale a Palermo. Totò se n’è andato, ma i suoi occhi, le sue esultanze, e i suoi gol nelle notti magiche di Roma, rimarranno per sempre.
Aggiornato il 18 settembre 2024 alle ore 19:58