Caos a Trigoria: De Rossi esonerato, arriva Juric

L’avventura di Daniele De Rossi sulla panchina della Roma è già finita. Dopo il pareggio subito all’ultimo secondo contro il Genoa di Alberto Gilardino, i presidenti Dan e Ryan Friedkin sono arrivati a Trigoria per prendere decisioni. Drastiche. Con una nota ufficiale del club, pubblicata intorno alle nove di stamattina, la bandiera dei giallorossi è stata sollevata dal suo incarico “nell’interesse della squadra, per poter riprendere prontamente il percorso auspicato, in un momento in cui la stagione è ancora al suo inizio”. E ancora: “A Daniele, che sarà sempre di casa nel Club giallorosso, un vivo ringraziamento per il lavoro svolto in questi mesi con passione e dedizione”, ha concluso la lettera della Roma.

Al suo posto, è arrivato in mattinata il via libera di Ivan Jurić, l’ex allenatore del Torino, che è pronto ad accogliere l’eredità di Ddr già da oggi pomeriggio, con un allenamento pomeridiano intorno alle 17. In poco più di otto mesi, la squadra della Capitale è passata da José Mourinho a Ivan Jurić, passando per Daniele De Rossi, lasciando molti punti interrogativi su quello che sarebbe potuto essere, ma non è mai stato. A guardarsi indietro, forse la scelta di confermare con un triennale a tre milioni a stagione l’ex numero 16 è stata una scelta un po’ avventata – forse la dirigenza non aveva il “nome” pronto a giugno – e fargli un mercato a immagine e somiglianza spendendo – nell’arco di due-tre anni – circa 120 milioni di euro ancor più incomprensibile, se poi la prima scelta per sostituire il tecnico giallorosso è stata un allenatore che gioca a uomo, che necessita di una preparazione estiva fatta esclusivamente sulla sua idea di gioco.

Se dietro alle scelte dei Friedkin e della Ceo Lina Souloukou si celi una parvenza di progettualità, se non un sottile filo logico, per adesso rimane un mistero. Un mistero per i tifosi e per i giocatori, visto che alcuni senatori della squadra tra cui Gianluca Mancini sono rimasti a colloquio con la dirigenza e ancora non sono usciti da Trigoria. C’è chi pensa per accogliere il nuovo allenatore, c’è chi dice che stiano chiedendo conto alla società della scelta, al momento, incomprensibile. Ma queste dinamiche, nel lato giallorosso della Capitale, si conoscono fin troppo bene. Navigare a vista, poi far partire un progetto a lungo termine – quanti anni zero, nelle ultime stagioni, ci sono stati a Roma? – solamente per poi stroncarlo e tornare a galleggiare.

Se c’è una cosa in cui, in questi anni di presidenza, Dan e Ryan Friedkin sono riusciti a fare, è stata far sperare ai romanisti che qualcosa di diverso stesse arrivando all’orizzonte. Il famoso “stadio della Roma” (o ssadio daa Roma, come si dice in Città), l’uscita dalla borsa e la Conference League vinta con Mourinho hanno iniettato speranza nei supporter che, da ormai tre anni, si riversano all’Olimpico in massa (una media di 60mila spettatori a partita). Ma dopo l’esonero di De Rossi, qualcosa si è inevitabilmente rotto fra tifo e società. E la risposta della curva, molto probabilmente, si vedrà domenica nel match casalingo contro l’Udinese. Attualmente capolista.

Aggiornato il 18 settembre 2024 alle ore 19:58