Abodi: “Gravina deve assumersi le sue responsabilità”

Andrea Abodi invoca un vero e proprio Repulisti. All’indomani dalla débâcle azzurra agli Europei di Germania, il ministro dello Sport, intervistato dal Foglio, spiega perché, a suo avviso, serve un reset del calcio italiano. “Ha le sue luci, ma è condizionato dalle tante contraddizioni. Per provare a superarle, bisogna partire dall’autoanalisi, l’autocritica e l’assunzione di responsabilità. Se c’è qualcuno che sbaglia e fallisce, ci deve essere qualcuno che sa assumersi la responsabilità dell’errore”. Il riferimento del ministro – scrive Il Foglio – è al presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. Un’autentica sfiducia del capo dello sport più amato. “La Nazionale italiana, da molto tempo, sta attraversando una crisi sistemica. E in questa crisi pesa anche il fatto che nella Federcalcio italiana vi sono degli equilibri che penalizzano la promozione del talento e della competitività. Ed è complicato che la Federazione possa pensare al futuro del calcio italiano condizionata dagli interessi di parte, quelli delle singole componenti, senza ragionare sugli interessi del sistema, con una visione organica che coinvolga tutti, tenendo conto della capacità di apporto”.

Abodi è convinto “che la Serie A debba essere più competitiva, anche mutuando il modello della Premier League inglese, contando più di quanto conti ora nei processi decisionali della Federcalcio. Il presidente Gravina ha ritenuto sufficiente, in questa fase, anticipare la data delle elezioni, senza un opportuno e auspicabile confronto in Consiglio federale. Con le debite proporzioni, come ha fatto il presidente francese Emmanuel Macron”. Il ministro dello Sport ritiene che “queste ragioni, quindi responsabilità, sono evidentemente tecniche, nel senso più ampio del termine”. Poi lancia una stoccata a Luciano Spalletti. “Il commissario tecnico – argomenta – può dare un contributo importante per spiegare perché, secondo lui, siamo tornati a casa così presto e come si può andare avanti, perché è evidente che qualcosa che non ha funzionato non solo dal punto di vista delle scelte, ma anche dal punto di vista della sintonia tra allenatore, team, giocatori”.

Aggiornato il 04 luglio 2024 alle ore 17:28