La Dea è in paradiso. I bergamaschi hanno battuto per 3-0 il Bayer Leverkusen, con una tripletta di Ademola Lookman. 25 anni dopo, una squadra italiana è tornata a vincere l’Europa League. Nel 1999 è stato il Parma di Alberto Malesani, ora invece è l’Atalanta di Gian Piero Gasperini ad esultare. Un percorso fatto di coraggio e consapevolezza dei propri mezzi, una cavalcata pressoché perfetta che ha portato gli orobici a sollevare il trofeo nella notte di ieri, a Dublino. Perlopiù, contro il Bayer campione di Germania. Gli uomini di Xabi Alonso non perdevano da 51 partite, e non mostravano punti deboli. Ma l’Atalanta, effettivamente, ha dimostrato durante tutta la fase a eliminazione della competizione di essere destinata alla finale. L’undici del Gasp ha battuto lo Sporting Lisbona campione di Portogallo, il Liverpool di Jürgen Klopp (che al momento era primo in Premier League) e l’Olympique Marsiglia.

A dire il vero, anche i pronostici raccontavano una partita diversa: due squadre veloci, atletiche, fautrici di un pressing offensivo a tutto campo e che tirano molto in porta. Bene, questi attributi in campo si sono visti solamente dal lato bergamasco. Le aspirine hanno tirato nello specchio solo tre volte (e in diretta sono sembrate ancora di meno), mentre l’Atalanta ha impegnato Matěj Kovář sette volte. Anzi quattro. Perché nella notte di Dublino la stella di Lookman ha brillato come non mai. “Sprecone, tira poco, sbaglia tanto”, si sono sprecate le critiche – a volte anche giustificate – per l’ex Leicester, arrivato a Bergamo in cerca di una seconda possibilità. Ecco che, due anni dopo il suo atterraggio a Orio al Serio, l’attaccante nigeriano ha portato la sua squadra alla vittoria dell’Europa League con una tripletta personale. Il primo gol è in pieno stile Atalanta, con sei-sette uomini in area di rigore avversaria che hanno attaccato un cross perfetto di Teun Koopmeiners. E Lookman ha avuto la meglio. La seconda rete è pura fantascienza: tunnel all’avversario, sguardo verso il secondo palo, rincorsa e tiro a giro. Gol. Nel secondo tempo, con il Leverkusen che non ha mai dato impressione di poter diventare pericoloso, i tedeschi vengono infilati in contropiede, sempre da Lookman con un sinistro potentissimo scaraventato in porta.

Ma ridurre alla prestazione dell’attaccante classe 1997 la vittoria dell’Atalanta non sarebbe giusto. Prima Gasp sorprende tutti con il tridente offensivo (Xabi incluso), poi Gianluca Scamacca tiene palla e serve i compagni – anche se rischia l’espulsione con un fallo da cartellino arancione, graziato da Istvan Kovacs – gli esterni corrono e crossano in pieno stile bergamasco e Sead Kolašinac si erge a monumento, un vero e proprio faro per la difesa orobica.

La Dea non sarà perfetta, e non è di certo una squadra costruita per ambire alla vittoria della Serie A – come conferma il quinto posto (momentaneo) in campionato – ma sulla partita secca, se entra in campo con la stessa consapevolezza, voglia di vincere e attenzione tattica di ieri, l’Atalanta può battere davvero chiunque. E per dimostrarlo, ha battuto una squadra che non perdeva da 51 partite. L’hai fatta grossa, Gasperini. Tanto di cappello.

Aggiornato il 23 maggio 2024 alle ore 10:17