Giroud saluta il Milan: il bomber che ha sfatato la maledizione del nove

Olivier Giroud ha già firmato con il suo prossimo club. Dopo le ultime due partite con la casacca dei Diavoli, la punta di Chambéry andrà a giocare per il Los Angeles Fc. “Sono molto orgoglioso di tutto quello che ho fatto in maglia rossonera in questi tre anni”, ha scritto sui social il francese. E ancora: “il Milan rimarrà sempre nel mio cuore”. Ma quella di Giroud al Milan non è una storia come le altre. Arrivato in Italia nell’estate del 2021 per un “misero” milione, dopo essere stato messo ai margini del progetto Chelsea – dopo aver comunque vinto la Champions League – dal suo allenatore Thomas Tuchel, deve dividersi il reparto con Zlatan Ibrahimović, nella sua seconda stagione dal ritorno in rossonero. Olivier, al tempo “giovane” di 35 anni, sceglie di indossare la maglia numero nove, sulla quale pendeva la famigerata maledizione iniziata con l’addio di Filippo Inzaghi. Fino all’arrivo del francese in casa Milan, infatti, nessun “nove” era mai riuscito a segnare tanto quanto Pippo con quel numero sulla schiena. Con 48 gol in tre stagioni, si può dire che il tabù è stato spezzato.

Sebbene di attaccanti forti i Diavoli ne hanno visti molti arrivare, giocare, fare le valigie e andare via, l’approdo di Giroud tra i rossoneri è stato diverso. Forse per l’età avanzata, forse per gli ultimi anni vissuti ai margini tra le fila dei Blues, forse perché i tifosi confidavano ancora tanto sulla tenuta fisica di Zlatan. Insomma, a Milanello Olivier è arrivato come rinforzo di lusso, non di certo per trascinare le sorti del Milan. Ma superati gli acciacchi di inizio stagione – Covid compreso – il bomber transalpino si è preso pian piano tutte le luci della ribalta nel lato rossonero di San Siro. Durante il girone di ritorno, gol alla mano, Giroud ha preso la sua squadra per mano e l’ha guidata in una cavalcata trionfale culminata con la vittoria del 19° campionato di Serie A.

Il nove dei Diavoli è diventato, nella stagione dello Scudetto, l’attaccante straniero più anziano ad andare in doppia cifra al suo esordio con una squadra italiana, con 11 reti su 29 partite giocate. Rimarrà nella storia la sua doppietta in pochi minuti nel derby di Milano, dalla quale è nato il coro della curva rossonera “si è girato Giroud”. Da “si è girato” a “si è tuffato” è un attimo, visto che una delle diapositive più belle della parabola di Olivier in Serie A è l’uscita su un pallone in profondità per Puscas in un Genoa-Milan in cui, complice l’espulsione al 98 del portiere Mike Maignan, il nove francese è andato a proteggere i pali rossoneri e il risultato, fisso sullo 0-1.

Questa e tante altre istantanee dell’esperienza milanista di Giroud possono confermare come gli attaccanti di razza che fanno gol, assist, reparto, squadra, allenatori in campo e spogliatoio siano una categoria in via di estinzione. E Olivier è il portabandiera di questa categoria. E lo sarà, speriamo, ancora per molto tempo.

Aggiornato il 15 maggio 2024 alle ore 09:14