José Mourinho non è più l’allenatore della Roma. Il provvedimento, di questa mattina, è stato preso dalla dirigenza e dal presidente Dan Friedkin – che avrebbe comunicato personalmente la decisione allo Special One – non soddisfatto dell’operato del mister. “L’As Roma può confermare che José Mourinho e il suo staff tecnico lasceranno il club con effetto immediato”, si legge nel comunicato del club giallorosso. “Grazie di tutto a nome di tutti all’As Roma, José”, chiosa la pagina ufficiale della squadra capitolina sui social. Dopo due anni e mezzo, una Conference League, una finale di Europa League e dei risultati altalenanti in campionato, i giallorossi hanno deciso di non riconfermare la fiducia al tecnico di Setúbal.
L’esonero arriva dopo un tour de force in Serie A, dove la Roma ha giocato contro Napoli, Juventus, Atalanta e Milan, mentre in Coppa Italia contro la Cremonese e la Lazio (venendo eliminata da quest’ultima). Quattro match e solo quattro punti racimolati, grazie alla vittoria sui partenopei e il pareggio con i bergamaschi. Probabilmente la dirigenza si aspettava di più dal coach e dai giocatori, seppur sono anni che la Roma non riesce a essere competitiva nei big match e nei derby. L’ultimo scontro vinto con i biancazzurri risale infatti al 20 marzo 2022, con i gol di Tammy Abraham e Lorenzo Pellegrini.
La sensazione, è che il ciclo dello Special One sulla panchina della Roma si sia chiuso a Budapest, quando il Siviglia ha alzato l’Europa League in una partita segnata dalle polemiche arbitrali. Infatti, quest’anno i giallorossi non hanno mai convinto del tutto, tra prestazioni altalenanti di alcuni giocatori – primi su tutti gli esterni – e una falsa partenza in campionato (solo cinque punti nelle prime sei partite). Poi, in un gruppo di Europa a dir poco abbordabile – Roma, Servette, Slavia Praga e Sheriff Tiraspol – la lupa è riuscita a farsi sfuggire la vetta del Girone, e dovrà giocare gli spareggi contro l’ormai nemico giurato Feyenoord a febbraio. Il portoghese, in 96 panchine con i giallorossi in Serie A ha registrato una media punti di 1,61, la più bassa tra gli allenatori con almeno 50 gare alla guida dei capitolini nell’era dei tre punti (dal 1994-95).
Ormai, l’avventura iniziata il 4 maggio del 2021 con l’amore a prima vista tra Mourinho e Curva sud, è finita. Per lo Special One si tratta del terzo esonero consecutivo, dopo quelli del Manchester United e del Tottenham, squadra con la quale ha vinto zero tituli. Un trofeo, a Roma, l’ha portato, a 14 anni di distanza dalla Coppa Italia vinta da Luciano Spalletti. Ma questo non è bastato.
Ora, toccherà all’ex giallorosso Daniele De Rossi l’onore – ma soprattutto l’onere – di traghettare una squadra con il morale a terra verso la fine del campionato. Il contratto della bandiera della Roma scadrà a giugno del 2024, con un’opzione per il rinnovo in caso di raggiungimento di determinati obiettivi sportivi. La risalita dal nono posto, attualmente occupato dalla lupa, al quarto – l’obbiettivo dichiarato a inizio stagione – sembra difficile, anche se la distanza in termini di punti non è abissale, anzi. Sono solo quattro i punti che dividono la Roma dalla qualificazione per la prossima Champions League, e De Rossi è stato scelto per colmare questo margine. “Desidero ringraziare la famiglia Friedkin per avermi affidato la responsabilità della guida tecnica della Roma: da parte mia non conosco altra strada se non quella dell’applicazione, del sacrificio quotidiano e della necessità di dare tutto quello che ho dentro per affrontare le sfide che ci attendono da qui alla fine della stagione” ha spiegato capitan futuro in una nota. “L’emozione di poter sedere sulla nostra panchina è indescrivibile, tutti sanno cosa sia la Roma per me, ma il lavoro che attende tutti noi ha già preso il sopravvento. Non abbiamo tempo, né scelta: essere competitivi, lottare per i nostri obiettivi e provare a raggiungerli sono le uniche priorità che il mio staff e io ci siamo dati”, ha concluso Daniele. Ecco le sue prime parole in giallorosso. Questa volta però, lotterà dalla panchina e non in mezzo al campo.
Aggiornato il 16 gennaio 2024 alle ore 17:20