Le doppie punte

Tra vecchie conoscenze e senatori, con la fine delle vacanze estive che portano con se gli ultimi colpi di calciomercato, al tramonto di agosto si sono definiti (salvo sorprese dell’ultima ora) i reparti d’attacco della Serie A.

Per le “big” del campionato, ovvero le squadre più forti e blasonate, la tendenza evidente è quella di schierare una puntadi peso” – ovvero un attaccante forte di testa, rapace d’area di rigore, strutturato e pronto a segnare da ogni angolazione nel perimetro degli undici metri – e una seconda punta. La definizione di questo tipo di calciatore, a differenza del numero nove, non affonda le sue radici nel passato, ma è principalmente frutto del continuo evolversi del gioco del calcio, che richiede giocatori duttili, veloci, tecnici e instancabili. Nelle squadre “top” del nostro campionato, quindi, si troveranno a fraseggiare da una parte il calcio che pian piano scompare, in via d’estinzione, quello dei killer dell’area piccola come fu in carriera l’azzurro Luca Toni, e dall’altra l’avanguardia dello sport, il “valore delta” in grado di cambiare la partita con l’ingegno, piuttosto che grazie alla strapotenza fisica.

I campioni d’Italia in carica, il Napoli, hanno compreso alla perfezione il motto che recita squadra che vince non si cambia (ma l’allenatore si). Il presidente Aurelio De Laurentiis ha blindato il suo panzer, Victor Osimhen, e la sua gallina dalle uova d’oro Khvicha Kvaratskhelia, che l’anno scorso hanno messo a segno 45 reti in due. Anche la Lazio, che nel primo anno con Maurizio Sarri sulla panchina biancoceleste è arrivata seconda, spera nel ritorno alla solita grandezza del suo bomber Ciro Immobile, coadiuvato dall’imprevedibilità e dai colpi da fuoriclasse di Mattia Zaccagni. Questo dovrà essere l’anno della consacrazione per la seconda punta nativa di Cesena, dopo la “doppia doppia” (10 gol e 10 assist) della scorsa stagione.

Di seguito le milanesi hanno portato forze fresche nei loro reparti avanzati: l’Inter ha cambiato tre quarti dei suoi attaccanti, e a Lautaro Martinez è stato affiancato il figlio d’arte Marcus Thuram, con una riserva di lusso dal nome di Marko Arnautovic. Il Milan invece, oltre ai due “soliti” Olivier Giroud e Rafael Leão, ha accolto nell’abbraccio rossonero – tra gli altri – Christian Pulisic, che sta già convincendo dopo due giornate di campionato. L’Atalanta di Gian Piero Gasperini non è riuscita (o forse non ha voluto) piazzare sul mercato Duvan Zapata e Luis Muriel, ma ha comprato il bomber azzurro Gianluca Scamacca e il belga Charles De Ketelaere, che deve rilanciarsi dopo il doppio zero con i Diavoli dello scorso campionato.

Dopo il sesto posto in Serie A e la finale di Europa League persa a Budapest, la Roma di José Mourinho può nuovamente contare sulla stella di Paulo Dybala e, anche se per ora la punta titolare è “il gallo” Andrea Belotti, cambiano le gerarchie con l’arrivo di Romelu Lukaku tra i giallorossi, portato – come si dice nella Capitale – “in braccio” ieri nella Capitale dal presidente Dan Friedkin.

Per ultima, ma non per importanza, la Juventus deve rilanciarsi dopo la particolare stagione dell’anno scorso, penalizzazione inclusa. Oltre al “solito” Dusan Vlahovic, che sembra aver ripreso a macinare gol, i bianconeri hanno ritrovato con gioia Federico Chiesa, che grazie alla stima e all’impiego di Massimiliano Allegri sta trovando, per ora, continuità e soprattutto “bonus”.

Aggiornato il 30 agosto 2023 alle ore 09:27