Non tutti i tatuaggi sono uguali

Domenica scorsa è avvenuto un fatto clamoroso durante i Campionati italiani di atletica leggera indoor: il toscano Samuele Ceccarelli ha battuto nientemeno che l’olimpionico Marcell Jacobs nella finale dei 60 metri. Un fatto, dal mio punto di vista liberale, doppiamente significativo, dal momento che in una delle tante discipline sportive monopolizzate dallo Stato, attraverso i vari corpi militari e di polizia, ha prevalso un atleta appartenente a una società dilettantistica: la Firenze Marathon. Quindi si tratta di un piccolo squarcio di luce in un mondo, quello degli sport olimpici, sempre più gestito e controllato dalla mano pubblica, così come accadeva nell’ambito dei Paesi del defunto impero sovietico. Ma c’è un’altra questione che grida vendetta e, a quanto mi risulta, non sembra che sia giunta a una equa soluzione. Mi riferisco al caso di Arianna Virgolino, poliziotta della Stradale licenziata nel 2019 a causa di un piccolo tatuaggio sul polso, poi successivamente rimosso prima di entrare in polizia. Tant’è che la donna, dopo una infinita vicenda di ricorsi e controricorsi, nel 2021 chiese pubblicamente aiuto allo stesso Jacobs il quale, come tutti possono osservare, ha il corpo completamente coperto di tatuaggi. Ma si sa, anche la più pedante burocrazia di fronte al primo italiano a vincere la medaglia d’oro nei 100 metri olimpici è costretta a fare un passo di lato.

Comunque il buon Jacobs, da vero campione, arruolato nel gruppo sportivo della polizia di Stato, ha da tempo preso posizione in favore della sfortunata Arianna, sostenendo che la norma che l’ha fatta licenziare è iniqua e va cambiata. Sta di fatto che sembra che non tutti poliziotti in servizio attivo, a parte quelli dei gruppi sportivi, per i quali sembra che esista una distinzione nel tipo di arruolamento – tale da consentire fino a che praticano la disciplina di girare come affreschi viventi – siano esenti da tatuaggi. Se così fosse, non ci stupiremmo affatto. In un Paese di santi, poeti e navigatori, nonché furbi e raccomandati, non è raro che in molti riescano a scavalcare tante delle assurde regole della nostra inguardabile burocrazia, lasciando il proverbiale cerino acceso alla povera Arianna di turno.

Quindi, onde evitare problemi, ai giovani che ambiscono a una divisa, consiglierei di vincere in via preliminare una medaglia olimpica. Senz’altro un’impresa più agevole rispetto all’odissea che l’ex poliziotta in oggetto ha vissuto per un semplice tatuaggio rimosso.

Aggiornato il 21 febbraio 2023 alle ore 11:13