Il Pipita lascia il calcio

È ufficiale. Gonzalo Higuain ha detto basta. Ieri pomeriggio durante una conferenza stampa convocata dall’Inter Miami, squadra attuale dell’attaccante argentino, il Pipita ha dichiarato di voler appendere gli scarpini al chiodo.

“È arrivato il giorno di dire addio al calcio, una professione che mi ha dato tanto, e io mi sento privilegiato di averlo vissuto, con i suoi momenti belli e non così belli”. Con queste parole il bomber sudamericano mette la parola fine al termine di una carriera lunga 17 anni e mezzo, durante i quali ha vinto tre campionati spagnoli, due Supercoppe e una Coppa del Re con il Real Madrid, una Coppa Italia e una Supercoppa con il Napoli, tre Scudetti e altre due Coppe con la Juventus e un’Europa League con il Chelsea.

“Sento di smettere nel mio momento migliore, grazie all’Inter Miami che mi ha ridato entusiasmo” ha sottolineato Higuain che, in forza alla squadra rosa dal 2020, ha messo a referto 27 gol. Non male per un giocatore “finito”. In carriera, il Pipita ha messo il pallone in rete 364 volte, di cui 31 con la Nazionale argentina. Il Pipita è uno di quei giocatori che quando il destino, la dea bendata, il Calcio (chiamatelo come preferite) lo ha chiamato per entrare nella storia, ha risposto presente. E l’occasione della vita per Gonzalo si è presentata nel miglior anno della sua carriera – tra le file del Napoli di Maurizio Sarri – nell’ultima partita della stagione.

I partenopei ospitano al San Paolo il Frosinone, già retrocesso, e al Pipita mancano 3 gol per superare il record di reti in Serie A di Gunnar Nordahl. Dopo che Marek Hamsik apre le marcature, al 52esimo, 62esimo e 71esimo minuto il Pipita non fa altro che il suo dovere: mette a segno una tripletta. Insomma, ciò che tutti ci aspettiamo da una squadra forte con un attaccante forte contro una squadra già in Serie B. Tutto nella norma, infatti, se non fosse che il terzo gol Higuain decide di segnarlo in rovesciata. Questo perché ci sono alcuni giocatori che il calcio, prima di sentirlo dentro i piedi, nelle gambe, e successivamente nelle cifre dei contratti, lo sentono nel cuore. E Gonzalo – alla pari dei suoi connazionali Hernan Crespo e Gabriel Batistuta – ha un cuore gigantesco.

Aggiornato il 02 dicembre 2022 alle ore 21:42