Ritratti. 1990: l’Italia e la storia segreta del Mondiale

Gli occhi spiritati di Totò Schillaci, le Notti Magiche inseguendo un gol, la partita maledetta contro l’Argentina. Erano anni ruggenti quelli del Mondiale del 1990 che si è disputato in Italia, dove la nostra Nazionale di calcio – probabilmente una delle più amate, se non la più amata – è stata a un passo dalla vittoria. Ma andarci vicino, si sa, conta solo a bocce. Nel libro di Stefano Olivari c’è un racconto diverso rispetto a quelli incrociati in questi anni. Nelle pagine che scorrono, grazie anche al ricordo di uno dei convocati – un “Azzurro” di mister Azeglio Vicini – emerge un gruppo di giovani calciatori “schiacciati da una pressione insostenibile, che per un mese riuscirono a entusiasmare e a commuovere” il Paese. Atleti che non hanno avuto lopportunità di alzare la coppa, “evitando la retorica delle celebrazioni ma dandoci anche un dolore immenso”. Dopotutto “le vittorie si celebrano e le sconfitte si spiegano, ma le occasioni perse sono sempre lì, ogni giorno, nella tua testa. E Italia ’90 è stata la più grande delle occasioni perse: cosa esiste di più grande del Mondiale di calcio a casa tua?”.

In quasi 140 pagine di questo diario di bordo si snodano esperienze e sentimenti di chi era presente, “pur non essendo l’autobiografia di un campione: il campione siamo stati tutti noi, con quel processo di identificazione che funziona fino a quando si ha l’età per immaginarci calciatori… Negli episodi di cui parla di sé abbiamo fatto usare ad Azzurro di Vicini la terza persona, come se fosse un immaginario ventitreesimo convocato, per proteggere l’identità: i lettori più attenti, ed ovviamente i suoi ex compagni, la capiranno lo stesso”. 

Un testo da leggere, non per esorcizzare un passaggio a vuoto ma per conoscere aneddoti di spogliatoio e comprendere dinamiche, pensieri, situazioni, momenti di chi allora vedeva le cose con gli occhi di un ragazzino e che adesso, diventato padre, ancora non si capacita di cosa possa essere accaduto. Fotografie di chi oggi, anziano, attende con ansia il boato dello stadio, la ola dei tifosi e lo sventolio del bandiere tricolori. Un salto all’indietro per mettere dei paletti fermi.  Anche perché “nelle nostre vite non ci sarà un altro Mondiale in Italia e soprattutto non ci sarà più quella Italia. Il mondo andrà avanti lo stesso, dopo il nostro terzo posto. Noi invece siamo rimasti lì”.

(*) Stefano Olivari-Azzurro di Vicini, “L’Italia del ’90. Storia segreta del nostro Mondiale”, Indiscreto, 138 pagine

Aggiornato il 03 dicembre 2022 alle ore 08:34