Ritratti. Classe 1992: la golden age di Manchester

Rock alternativo, rock psichedelico, hip-hop, dance, acid house fanno fronte comune nella Perfida Albione: è un ritmo che vede insieme The Stone Roses, New Order, Primal Scream, The Smiths. Il fulcro è Manchester, dove dei ragazzacci iniziano a far parlare di loro. Insieme, più avanti, vinceranno qualcosa come otto campionati inglesi, cinque Community Shield, una Coppa dei Campioni e una Coppa del Mondo per club. I nomi non hanno bisogno di presentazioni: Gary Neville, Phil Neville, Nicky Butt, Ryan Giggs, Paul Scholes, David Beckham. Sono la classe del ’92.

The Class of ’92” è anche un film del 2013, del genere documentario, di Benjamin e Gabe Turner, sui fab six. Un viaggio che vola nell’altro secolo, quando sir Alex Ferguson approda nel tempio in cui spaziano paralleli i successi di George Best e Bobby Charlton e la tragedia dei Busby Babes. Il tecnico scozzese cuce una tela composta da osservatori che occupano qualsiasi angolo della Gran Bretagna, alla ricerca di talenti. L’attenta ricerca – e un pizzico di fortuna – porterà in dote quel gruppo che, nel 1999, trionferà in Champions League.

Dal leader silenzioso (ma non troppo) al belloccio, dal cameratismo dello spogliatoio ai piccoli gesti che cementano un’amicizia andata avanti nel tempo. La classe del 1992 è roba per i nostalgici di un altro calcio, della birra nei pub, del film “24 Hour Party People”, della chitarra con la Union Jack e del Paradiso all’improvviso che capita quando meno te lo aspetti. Una Supernova, una stella che esplode e che sprigiona una quantità incredibile di energia, cantando “I wanna be adored”.

Una corsa a ostacoli, che corre veloce e arriva alla Coppa dalle grandi orecchie, un riscatto per il pallone britannico che ha come protagonisti giovanotti diventati leggende. O meglio, la Classe del ’92: la golden age di Manchester. Una generazione di fenomeni.

Aggiornato il 03 dicembre 2022 alle ore 08:46