Gianluca Signorini: il capitano

È complesso essere semplici. Non per Gianluca Signorini: capitano del Genoa e uno dei liberi più forti di sempre, ha trovato dalla sua strada due totem come Gaetano Scirea e Franco Baresi, che di fatto gli hanno sbarrato le porte della Nazionale Azzurra. Lui, ragazzone di Pisa, se ne è infischiato ed è andato oltre, in un percorso a tappe tra Livorno, Cava de’ Tirreni, Parma, Roma fino a Genova, nella sponda dove sventolano le bandiere del Grifone. È morto a 42 anni, era affetto da Sla (Sclerosi laterale ametrofica) che lo aveva costretto su una sedia a rotelle.

Oggi, 17 marzo 2022, avrebbe compiuto 62 anni. Il Genoa, sui canali social, lo ha ricordato con una bellissima foto. Al resto ci hanno pensato i commenti dei tifosi, come “il nostro unico grande capitano”, “legends never die”, “tutti i giocatori dovrebbero prenderlo come esempio”. Indossava la casacca rossoblù numero 6, maglia che è stata ritirata e con cui ha disputato 207 partite dal 1988 al 1995: sette anni suggellati dal quarto posto in campionato del 1991 e dalla semifinale di Coppa Uefa della stagione seguente persa contro l’Ajax (i lancieri olandesi, in finale, sconfiggeranno il Torino di Emiliano Mondonico). Di quella campagna continentale, che poteva diventare leggendaria, il punto più alto è stato raggiunto nel doppio confronto con Liverpool: vittoria dei liguri (2-0) allo stadio Luigi Ferraris e successo per 2-1 in Inghilterra, il primo per una squadra italiana nel teatro di Anfield. Era il Genoa di Aldo Spinelli, Pato Aguilera, Branco e di Osvaldo Bagnoli, il “mago della Bovisa.

Ma anche il Genoa di Gianluca Signorini che nel 2001, il 24 maggio, in occasione di una partita benefica tra vecchie glorie disputata a Marassi, scrisse un messaggio che è rimasto nella storia, come l’impresa nella Perfida Albione: “Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso. Vorrei urlare con voi tifosi canti di gioia, ma non posso. Vorrei che questo fosse un sogno dal quale svegliarmi, magari felice, ma non lo è. Vorrei che la mia vita riprendesse da dove si è fermata. Voglio dirvi grazie per tutte le manifestazioni di affetto che mi avete dimostrato. Voglio ringraziarvi per aver aderito al mio appello di solidarietà. Voglio ringraziare chi ha reso possibile tutto questo, i miei vecchi compagni, i mister e voi tifosi, con i quali ho trascorso sette splendidi anni indimenticabili. Vi voglio bene”.

Aggiornato il 05 dicembre 2022 alle ore 12:04