Eternamente Karim Benzema

Nel 2070, forse, i testi su carta si conteranno sulle dita della mano. Oppure saranno nascosti negli scantinati di attempati nerd nostalgici della foliazione e di Johann Gutenberg. Chissà, qualche nonno racconterà ai propri nipoti della leggenda dello stadio Santiago Bernabeu, di incredibili rimonte – perché in quel rettangolo verde “90 minuti sono tanti” – e di un francese, con cittadinanza algerina, diventato re di Spagna. Un centravanti che scendeva in campo con la mano destra fasciata non per un vezzo, ma per tenere fermo il mignolo che aveva subito una torsione innaturale dopo uno scontro di gioco con un avversario. Fuori dai riflettori amava indossare abiti di dubbio gusto, ma quando vestiva la maglia del Real Madrid era magia allo stato puro.

Passato, presente, futuro: Karim Benzema farà sempre parlare di sé. Anzi, più invecchia e più lo apprezzi, al pari di un vino da sfornare nelle grandi occasioni. È uno Château Mont-Redon stappato nelle serate magiche, tipo quelle di Champions League, nelle notti “di sogni, di coppe e di campioni”, dove la consacrazione a leggenda corre sul filo dei dettagli. Come una tripletta in 16 minuti e 41 secondi che ribalta le carte sul tavolo, mandando al tappeto il Paris Saint-Germain, soldi e tutto il circo mediatico.

Karim Benzema ha 34 anni e 80 giorni, in stagione vanta 30 reti e al momento è al terzo posto nella classifica all time dei bomber blancos (tra tutte le competizioni) per aver gonfiato la rete 309 volte: superato Alfredo Di Stefano, ovvero la saeta rubia, punta Raul (323) mentre al momento Cristiano Ronaldo (450) appare inarrivabile. Inoltre, nel computo complessivo dei marcatori della storia della Champions League è quarto – umano tra gli umani, ma non troppo – con 79 gol: davanti troviamo il solito Cr7 (141), Leo Messi (125) e Robert Lewandowski (85).

Adesso siamo nel 2022, il 2070 è lontano. In quell’anno, forse, i testi su carta si conteranno sulle dita della mano. Oppure saranno nascosti negli scantinati di attempati nerd nostalgici della foliazione, di Johann Gutenberg e di Karim The Dream Benzema, benedetto dal talento del dio pallone. Un numero 9 con i piedi da 10 che, non si sa per quale motivo, ha dovuto sempre dimostrare qualcosa, fluttuando in quel girone dove gli esami non finiscono mai. Ma che in una notte di marzo, a pochi giorni dalle Idi, pugnalò una squadra con tante figurine. E poco manico.

 

Aggiornato il 03 dicembre 2022 alle ore 09:07