Curry colpisce ancora, è sedici volte tripla

Nell’All Star Game di ieri notte, giocatosi a Cleveland, il playmaker di Golden State ha scritto per l’ennesima volta la storia della pallacanestro americana. Nella gara che ha visto vincere per un distacco di soli tre punti (163 a 160) il team guidato da LeBron James, Stephen Curry ha messo a segno sedici triple, rompendo il record della competizione. Inoltre, il cestista nato ad Akron, la stessa cittadina del capitano, con i suoi 50 punti totali si è guadagnato il titolo di Mvp della partita. Questo è solo l’ultimo arrivato tra i primati di questo giocatore, che già detiene quello per il maggior numero di triple segnate in una stagione (nel 2015-2016), e lo scorso 14 dicembre è diventato il primo giocatore per numero di tiri da tre in carriera, superando ufficialmente Ray Allen. Poco dopo, dal 28 dicembre, è l’unico nella storia dell’Nba ad aver messo a segno più di 3000 triple.

Durante la manifestazione degli All Star Game, che concettualmente tende a metter in mostra il talento e le doti dei 23 campioni scesi in campo, Curry non si è tirato indietro. A cavallo del secondo e terzo quarto, il talento di Golden State ha trovato il ritmo dalla lunga distanza. Dopo le otto triple del primo tempo, nella ripresa il playmaker è salito in cattedra, aiutato anche dal talento dei suoi compagni e ha messo a segno altri nove tiri dalla distanza, superando il primato di un certo Paul George. Uno spettacolo ulteriore, se vogliamo, deriva dal modo in cui Curry si è appropriato della scena: con canestri no-look e tiri dal logo di centrocampo. Il concittadino di Steph, LeBron James, è solo terzo per punti segnati, ventiquattro, per il suo team. La classifica dei canestri vede su tutti l’mvp, seguito da Joel Embiid (che militava nella squadra di Kevin Durant). Terzo il greco Giannīs Antetokounmpo e, poco distante dal podio, troviamo proprio James, che ha comunque il merito di aver messo in rete il punto vittoria, con un complicatissimo canestro in caduta all’indietro.

La vittoria del quintetto di LeBron ha scatenato la gioia dell’arena di Cleveland, la stessa che a inizio partita ha fischiato, come da copione, il talento dell’Ohio. Infatti the chosen one, il prescelto, nell’arco della sua carriera ha abbandonato la franchigia del Midwest ( i Cavaliers) ben due volte, prima per andare a Miami nel 2010, tornando nel 2014, e infine, dicendo di nuovo addio nel 2018, quando è passato ai Lakers di Los Angeles.

Stephen Curry e King James hanno dimostrato di essere una coppia virtualmente imbattibile, che non ha nulla da invidiare alle 75 star che sono state celebrate durante l’intervallo della partita, tra le quali spiccano Michael Jordan, Magic Johnson e Kareem Abdul-Jabbar. Questo duo, però, è destinato a incontrarsi da compagni di squadra solamente in questa competizione fuori dal campionato. In questo però, da rivali, riescono sempre a dare spettacolo, ricordando a tutti i tifosi da cos’è formato il dna della pallacanestro: dedizione, talento e soprattutto spettacolarità.

Aggiornato il 02 dicembre 2022 alle ore 19:41