Cappotto. Il gruppo Sky dell’australiano Rupert Murdoch ha fatto poker: sono suoi i diritti televisivi per il prossimo triennio 2018-21 per il calcio di serie A, per quello della Premier, della Champions League e di Europa League.
Per il massimo campionato italiano un colpo da 973 milioni +150 di bonus da pagare alla Lega Calcio. Dopo 38 anni dalla “Copa de Oro” del 1980 il gruppo Mediaset resta senza pallone. Almeno per ora. Anzi fino ad agosto quando verranno sciolte le riserve sulle trattative con i “vincitori dell’asta” Sky (due pacchetti) e l’inglese Perform Group (il terzo pacchetto tra i più appetibili). Dopo un lungo braccio di ferro iniziato all’inizio dell’anno, passato attraverso il fallimento di due aste e l’acquisizione dei diritti da parte del gruppo spagnolo MediaPro (che però non ha offerto le dovute garanzie), la conclusione soddisfacente per la Lega delle società di A che otterrà circa 1400 milioni all’anno dal calcio stava per lasciare senza partite anche la Rai. La rivoluzione ha salvato alla fine sia la “storica trasmissione di 90° minuto” che la trasmissione “Domenica sportiva”, grazie a una maggiore flessibilità dell’utilizzo degli highlights. È stato trovato un accordo per mandare in onda le immagini più significative delle partite in chiaro dalle 19 della domenica, mentre in precedenza l’embargo era fino alle ore 22.
Tutto risolto? Secondo il presidente del Torino e amministratore delegato del gruppo Rcs Cairo, “per la Lega è stato raggiunto un buon incremento rispetto al triennio precedente”, ma un anno di aste deserte, polemiche, illusioni, code giudiziarie hanno lasciato aperto il campo ad incertezze operative. Per la prima volta, infatti, una parte del corrispettivo sarà pagato dagli operatori sulla base di alcune variabili.
E così iniziano i problemi per gli appassionanti di calcio: quanti telecomandi dovranno avere in mano e in quali giorni vedere i match? L’emittente di Murdoch ha sette gare a turno: le finestre del sabato alle ore 15 e alle 18, della domenica alle 15 due gare, alle 18 e alle 20,30 e del lunedì alle ore 20,30. C’è da perdersi. E Mediaset? Per ora protesta e intende difendere gli abbonati di Premium, la web al centro delle polemiche con Vivendi del francese Bolloré e che ha perduto anche i diritti della Champions League per il prossimo triennio. Per rientrare in gioco dovrà fare affidamento sui rapporti di buon vicinato tra il magnate australiano e l’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi attraverso la formula dei diritti da “ritrasmissione”.
Per il gruppo di Cologno Monzese il bando per la serie A “era totalmente squilibrato. I pacchetti, è detto in una nota, per il digitale terrestre avevano sempre contenuto tutte le partite delle migliori otto squadre italiane. L’ultimo invece offriva 3-4 partite per turno senza club chiaramente definiti e senza nessun appeal per i tifosi dei singoli club. L’offerta di 200 milioni è risultata inferiore alle altre”.
Non c’è molto tempo. Dopo l’abbuffata del Mondiale di Russia (tutti e 64 incontri su canali Mediaset) il campionato di Serie A scatta il 19 agosto. Per tutelare i diritti di visione dei clienti Premium sono stati intavolati negoziati per avere accesso al massimo campionato di calcio attraverso i diritti di “ritrasmissione”, uno strumento che è stato considerato utile a scongiurare l’obbligo per i telespettatori di sottoscrivere diversi abbonamenti. Qualora entro il primo agosto Mediaset non dovesse raggiungere alcun accordo gli abbonati a Premium avranno una rimodulazione del listino. Tutti saranno avvertiti in tempo utile delle novità.
Aggiornato il 05 dicembre 2022 alle ore 17:13