Basta arbitri “fai da te”

Che la Var sia oramai indispensabile è acclarato, non si possono giocare tornei tanto importanti mettendoli nelle mani di direttori di gara incapaci, impreparati e mediocri per non dire peggio. Oltretutto, pur volendo salvare la buona fede dell’arbitro principale non si capisce più a cosa servano quelli di porta visto che sembrano semplici fantasmi inutili a tutto. Insomma, nella sfida tra Roma e Liverpool decine di migliaia di persone hanno visto il fallo di mano da rigore netto di Arnold, tranne che Skomina e il suo assistente di porta. Una vergogna inaccettabile a questi livelli di partite.

Sia chiaro, nemmeno nella serie cadetta certi errori sarebbero giustificati ma in Champions League girano decine di milioni di euro tra sponsor e diritti tv. Insomma, per le società quotate in Borsa si tratta davvero di fare la differenza.

Ecco perché non esiste al mondo che certi arbitri vengano indicati per trofei tanto importanti quanto prestigiosi, del resto in queste ultime partite di Champions, parliamo delle semifinali abbiamo assistito ad una sequela di orrori imperdonabili da parte arbitrale.

Oltretutto sarebbe indispensabile che nei confronti di questi direttori di gara vi fosse un sistema sanzionatorio altrettanto perentorio di quello di cui dispongono loro negli incontri. Skomina ad esempio andrebbe messo a riposo per una quantità industriale di turni se non addirittura escluso da certi arbitraggi, insomma chi sbaglia paga, più grande è lo sbaglio più severa è la pena. Solo così forse si potrà tirare su una classe arbitrale internazionale di livello oltreché di garanzia rispetto all’importanza delle competizioni.

Dulcis in fundo, la tecnologia, inutile commentare la necessità assoluta di ricorrere non solo alla Var ma a ogni ulteriore strumento di supporto che possa ristabilire la verità su qualsiasi episodio dubbio o contestato nel corso delle gare. Lo si deve alla lealtà sportiva, ai tifosi, agli azionisti delle società di calcio, a tutti quelli che scommettono lecitamente sulle partite, lo si deve agli spettatori e soprattutto alla sicurezza negli stadi che spesso si infiammano proprio per imperdonabili errori arbitrali.

Ieri il pubblico romano e romanista ha dato una grande lezione di correttezza e sportività e nonostante gli errori di Skomina, forse determinanti, ha applaudito meritatamente sia la propria squadra che gli avversari, ma avrebbe potuto non essere così. Insomma, far finta di niente dopo tutti gli episodi delle semifinali non solo sarebbe una pericolosa “ipocrisia” ma una provocazione alla Champions League e a tutto il mondo del calcio.

Aggiornato il 05 dicembre 2022 alle ore 17:02