Armstrong confessa e cerca il perdono in tv

Andare in televisione e pentirsi, forse per ottenere l’indulgenza dall’opinione pubblica americana. O, più semplicemente, per scrollarsi di dosso l’abito misterioso che per anni lo ha coperto e che, alla fine, non si è allontanato per niente dalle forche caudine dei suoi detrattori. Lance Armstrong, il ciclista statunitense vincitore di sette Tour de France e squalificato a vita nel 2012, ha dichiarato di aver fatto uso di doping dopo anni di secche smentite per le facili allusioni che legavano l’assunzione di farmaci illegali alle sue vittorie in maglia gialla e alla scomparsa definitiva del cancro ai testicoli che lo aveva colpito. Il sacco è stato svuotato nella trasmissione televisiva di Oprah Winfrey, che andrà in onda oggi negli Usa mentre in Italia sarà visibile domani alle 21,15 su Dmax (canale 52 digitale terrestre e canale 28 di TivùSat e canale 808 di Sky). In base a quanto riportato dal quotidiano Usa Today, Armstrong durante il colloquio ha risposto di aver utilizzato medicinali proibiti a partire dalla metà degli anni Novanta, quindi ancor prima che gli venisse diagnosticato (era il 1996) il cancro ai testicoli.

La legge del contrappasso, anche stavolta, non ha fatto sconti, seguendo a ruota persino colui che per anni ha mostrato i muscoli dal colle del Tourmalet all’Alpe d’Huez. Una confessione fiume, che è stata divisa in due puntate. «Impossibile tagliarla in 90 minuti» è stato il commento della Oprah che, a proposito del colloquio con Armostrong, ha notato: «Ha ammesso ma non fino al punto che mi sarei aspettata. Lascio ad altri giudicare se era pentito, ma era serio e per lui l’intera intervista è stata difficile». Tra l’altro, l’atleta a stelle e strisce lunedì si è scusato con i membri della sua fondazione Livestrong. «Lance - stato riferito - è venuto nella sede della Fondazione per un incontro con i nostri membri e si è scusato profondamente per le difficoltà passate a causa sua». Armstrong, medaglia di bronzo nel 2000 a Sidney, ha in mente di deporre contro i vip del pedale. Il 41enne starebbe pensando di testimoniare contro alcune influenti personalità del ciclismo che, a suo dire, sapevano benissimo del doping e probabilmente lo avevano agevolato. Lo hanno confessato al New York Times persone a conoscenza della situazione, che hanno altresì chiesto di rimanere nell’anonimato. Le testimonianze, a quanto pare, servirebbero ad Armstrong per addolcire l’esclusione a vita dagli sport olimpici.

L’americano, inoltre, starebbe parlando con il Dipartimento della Giustizia per una possibile testimonianza in azioni legali contro proprietari di squadre: tra queste il banchiere Thom Weisel e altri esponenti del team sponsorizzato dall’Us Postal Service. Numerose sono anche le pubblicazioni-inchieste che hanno denunciato il possibile coinvolgimento di Lance Armstrong nell’utilizzo di materiale non regolare. Il 5 settembre 2012, per esempio, è uscito negli Stati Uniti “The Secret Race”, il libro di Tyler Hamilton, ex compagno alla US Postal. All’interno delle pagine,con l’aiuto del giornalista Daniel Coyle, sono state elencate con dovizia di particolari le pratiche dopanti adottate nella squadra ai tempi delle vittorie del ciclista texano. Qualsiasi perdono non è detto che abbia una reazione uguale e contraria. In tal senso Lance Armstrong ha offerto di pagare più di 5 milioni di dollari al governo federale Usa. Una cifra, questa, calcolata come atto di risarcimento nello scandalo delle sostanze dopanti. Armstrong, come riportato dalle note di agenzia, si è anche reso disponibile di collaborare come testimone in un’inchiesta. La Cbs, il Dipartimento della Giustizia, ha respinto senza battere ciglio entrambe le proposte come inadeguate.

Il governo, da par sua, deve decidere se unirsi a una causa contro Armstrong per frode contro le Poste Usa, suo sponsor. Ora non resta che attendere cosa accadrà in futuro per un personaggio considerato un eroe e che adesso rischia seriamente di essere marchiato a fuoco dalla morale intransigente dei suoi concittadini. Da una parte c’è l’ex ciclista che ha messo da parte la difesa a oltranza della sua ottemperanza al vademecum dello sportivo modello, dall’altra la faccia che si vuole ripulire da una macchia ormai catalogabile a un onta difficile da togliere. Nel mezzo c’è una società americana che in queste occasioni si esalta, pronta a puntare il dito o versare lacrime di fronte al tubo catodico. Il doppio volto della medaglia non è direttamente proporzionale e ogni frame riassume la complessità di una popolazione che sa portare la croce o, in meno di un secondo, accompagnarti sulla croce. Già lo scorso novembre a Lance Armostrong è stata ritirata la laurea honoris causa che gli è stata consegnata, sei anni fa, dall’università americana Tufts del Massachusetts. Nell’occasione il direttore delle pubbliche relazioni dell’ateneo ha sintetitazzato così la decisione: «Restiamo vicini a Lance per quanto riguarda il lavoro della Livestrong ma le azioni intraprese dall’atleta Armstrong non sono compatibili con i valori su cui si basa il nostro ateneo».

Nello stesso mese, ma in Gran Bretagna, una figura - alta oltre nove metri - di Lance Armstrong è stata bruciata a Edenbridge, durante una festa tradizionale. Il gesto è stato rivendicato dai cattolici protestanti, che si riconoscono senza troppi dubbi nel rivoluzionario Guy Fawkes e che ogni anno, da alcuni secoli, nel paese distante una sessantina di chilometri a sud di Londra, sono protagonisti a questa cerimonia. Il corridore americano, che nel 1993 ha conquistato la maglia iridata a Oslo, qualche tempo fa ha affermato: «Sento la passione per quella macchina così semplice e così bella che è la bicicletta. L’ho sempre amata molto e proprio questo amore fa sì che io rispetti il ciclismo e le sue regole». Adesso, però, il dato è tratto e l’assalto alla diligenza mediatica è approdata a un punto di non ritorno. Ognuno è artefice del suo destino e, di tanto in tanto, sarebbe meglio imparare in fretta il gioco del silenzio perché le parole se le porta via il vento. E stavolta la scalata al perdono dell’ex trionfatore del Giro di Francia si fa veramente in salita.

Aggiornato il 05 dicembre 2022 alle ore 12:18