L’Agenzia regionale protezione ambientale del Lazio (Arpa) a Roma misura l’inquinamento di varie sostanze tossiche anche attraverso:
1) Cinque centraline, in postazioni fisse, che cataloga come Bu (Background urbano) poste in ambiente urbano a bassa intensità di traffico (Cinecittà, Villa Ada, Bufalotta, Via Cipro e Largo Preneste);
2) Quattro centraline, sempre in postazioni fisse, catalogate come Tu (Traffico urbano) poste, a differenza del caso precedente, sempre in ambiente urbano ma in zone ad alta intensità di traffico (Corso Francia, Via Magnagrecia, Eur Fermi e Tiburtina).
Ogni giorno produce un semplice report pubblico anche facilmente raggiungibile (report del 16 dicembre 2025), non solo, modificando l’indirizzo si accede ai report relativi ai giorni e anni passati. Chiunque si può facilmente documentare. Spesso sul banco degli imputati salgono erroneamente esclusivamente i motori a combustione interna, già in varie circostanze ho espresso dei dubbi molto forti su questo approccio talebano anche grazie a un parco circolante con motori sempre più puliti al punto da diventare rilevanti le emissioni degli pneumatici e dei freni.
Desidero sottolineare che esistono delle vernici a base di ossido di titanio che, in alcune formulazioni, riducono, degradano sostanze organiche e inquinanti (ossidi di azoto, composti organici volatili) sotto luce solare, contribuendo alla purificazione dell’aria e alla riduzione dello smog. Il principio di funzionamento teorico è per addetti ai lavori ma, sinteticamente, si può spiegare che la vernice provoca una fotocatalisi, che altro non è che uno scioglimento che si attiva tramite la luce e un catalizzatore. Infatti, se la superficie verniciata viene colpita dalla luce solare assorbendola forma dei radicali fortemente ossidanti che, appunto, ossidano i composti organici (ad esempio composti organici volatili, particelle di smog) e gli ossidi di azoto (NOx). Al termine dell’ossidazione si formano sostanze non tossiche o quasi (CO2, H2O, nitrati). Inoltre, all’esposizione della luce la superficie diventa superidrofila e, in caso di pioggia, si ha una distribuzione uniforme dell’acqua che con maggiore efficienza, rispetto alle vernici tradizionali, porta via i residui, riducendo quindi l’adesione di sporco e facilitando la pulizia naturale.
Attenzione, i vantaggi sono solo questi. Tali vernici riducono anche la formazione di PM10 prodotta da fenomeni secondari. Secondari, non necessariamente significa in quantità minore rispetto alla formazione primaria che avviene per combustione, abrasione, eccetera. La formazione secondaria avviene in atmosfera per reazioni chimiche tra gas precursori, per esempio: NOx (ossidi di azoto), SO2 (anidride solforosa), NH3 (ammoniaca) e VOC (composti organici volatili). Essi reagiscono con ossidanti atmosferici (ozono, radicali OH) formando nitrati (da NOx), solfati (da SO2) e organici ossidati (da VOC) che aggregandosi (grazie alla luce solare e l’umidità) diventano PM10. Questo, in sintesi, è quello che succede e come questi eccellenti prodotti, banalmente detti vernici fotocatalitiche, oppure depurative, o anti-smog o ancora ecoattive. L’argomento è poco conosciuto ma molto importante e ci tornerò con altre considerazioni.
Aggiornato il 18 dicembre 2025 alle ore 14:32
