“Stato di Grazia” su Amazon Prime

“Sono orgoglioso che Amazon Prime Video abbia scelto di portare al pubblico la mia storia attraverso il docufilm realizzato da Luca Telese, Stato di Grazia: è la testimonianza della forza con cui la mia famiglia ha lottato per affermare un po’ di giustizia e ribadire la mia innocenza, mentre io venivo ingiustamente condannato per un reato mai commesso, attribuitomi insieme a persone che non avevo mai visto né conosciuto in vita mia, e condotto in carcere, dove ho trascorso 306 giorni, di cui 65 in isolamento.” La voce di Ambrogio Crespi, da noi raggiunto telefonicamente, risuona con una forza calma e vibrante, capace di restituire il peso di un’esperienza che ha segnato profondamente lui, i suoi affetti e, con loro, un pezzo della coscienza civile italiana.

Il docufilm Stato di Grazia, diretto da Luca Telese e ora disponibile su Amazon Prime Video, con la straordinaria partecipazione di Lorenzo Flaherty nel ruolo del Pubblico Ministero, non è soltanto la cronaca di una vicenda personale: è un manifesto potente sulla fragilità dell’essere umano di fronte all’errore giudiziario e sulla resilienza di chi non smette di credere nella verità. Il film, inoltre, nella recente messa in onda su La7 in terza serata, ha superato i 200.000 telespettatori, un risultato eccezionale che ha addirittura oltrepassato gli ascolti della prima serata.

IL VIAGGIO DI AMBROGIO CRESPI: DAL BUIO ALLA LUCE

La storia di Ambrogio Crespi, già noto regista e documentarista (anche attivo nell’ambito antimafia), ha fatto il giro d’Italia: un uomo condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, la cui vita è stata spezzata dal buio dei lunghi mesi in carcere. Il docufilm ripercorre la sua straordinaria vicenda, documentando non solo la tragedia della detenzione, ma soprattutto l'atto storico e unico nel suo genere che ne ha segnato il culmine: la Grazia concessa dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Come Crespi stesso sottolinea, il film è un “messaggio di fiducia incrollabile verso la giustizia”. Nonostante il dramma subito, il focus è sulla battaglia per la dignità e il desiderio insopprimibile di un padre di tornare a una vita serena, libero da un'ombra ingiusta.

PERCHÉ IL DOCUFILM È RILEVANTE PER OGNI ITALIANO

La rilevanza della messa in onda di Stato di Grazia su una piattaforma globale come Amazon Prime Video è duplice:

1) L'Universalità del rischio. Crespi afferma con lucidità un concetto fondamentale: la sua storia “potrebbe capitare ad ogni italiano innocente”. Il docufilm squarcia il velo sulla perfezione presunta del sistema giudiziario, mettendo in luce come anche l’errore possa toccare la vita di un cittadino comune, trasformandola in un incubo. L’innocenza non è una garanzia assoluta contro la malagiustizia.

2) Una piattaforma di risonanza globale. La scelta di Amazon Prime Video moltiplica l’eco di questa battaglia per la verità. Non si tratta più di una cronaca locale, ma di una riflessione che entra nelle case di milioni di persone, stimolando il dibattito su temi cruciali come l’efficienza della giustizia, l’importanza della riabilitazione, e il valore della clemenza istituzionale (la Grazia).

LA MORALE E LE CONCLUSIONI: LA VITTORIA DELLA DIGNITÀ

Il senso profondo di questa operazione cinematografica e distributiva è un inno alla resilienza e alla speranza. Stato di Grazia non si limita a denunciare l'errore, ma celebra la forza dell’amore familiare, dell'amicizia e della fede nella giustizia, elementi che hanno sostenuto Crespi nei momenti più oscuri. La vita di un innocente non può essere ridotta a un fascicolo processuale. La dignità di un individuo è un valore che va difeso con ogni mezzo, anche contro le avversità di un sistema. La vicenda di Crespi insegna che è possibile trasformare una tragedia in un “piccolo miracolo” attraverso la forza interiore e il sostegno della comunità.

La trasmissione su Amazon Prime Video è il sigillo definitivo a questo messaggio: l’epilogo positivo, l’atto della Grazia presidenziale, si trasforma in un monito e in un incoraggiamento. È un invito a non smettere di credere nella possibilità di riscatto e nel potere degli strumenti democratici di correggere i propri errori. È un inno alla Giustizia con la “G” maiuscola, quella che non dimentica l'uomo dietro la pena. Il docufilm di Luca Telese è, in definitiva, un’opera necessaria che ci interroga sul nostro ruolo di cittadini e ci spinge a riflettere su quanto sia preziosa e fragile la nostra libertà.

Aggiornato il 10 dicembre 2025 alle ore 15:21