I dati diffusi dall’Arma dei Carabinieri delineano un allarme che supera la dimensione statistica e si impone come priorità nazionale: nei primi nove mesi del 2025 i reati riconducibili al Codice rosso hanno superato la soglia delle 40mila denunce, con 6.673 arresti legati a maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e violenze sessuali. Una fotografia che ribadisce come la lotta alla violenza di genere non possa essere confinata a ricorrenze simboliche, ma debba radicarsi nei contesti quotidiani dove le relazioni si formano, dove si costruisce – o si spezza – la dipendenza economica e dove possono nascere discriminazioni: i luoghi di lavoro. Da questa consapevolezza prende forma il convegno “Oltre il 25 novembre: la forza della prevenzione, la voce delle donne”, promosso da Federmanager e Federmanager Minerva con il patrocinio dell’Arma dei Carabinieri. Una giornata di confronto che ha messo a fuoco un punto decisivo: per prevenire la violenza non bastano norme e protocolli, serve una alleanza stabile tra istituzioni, imprese e management, capace di trasformare i principi in comportamenti e i diritti in tutele effettive.
La violenza, nelle sue diverse manifestazioni, non è mai un lampo improvviso: affonda le radici in una cultura che richiede un cambiamento profondo. Lo confermano i dati della Global thinking foundation sulla violenza economica: solo il 58 per cento delle donne possiede un conto corrente personale; il 12,9 per cento ne ha uno esclusivamente cointestato con partner o familiari; e tra il 49,5 per cento e il 65,9 per cento le decisioni economiche vengono prese insieme al partner. Una vulnerabilità che si riflette nel mondo del lavoro, dove l’assenza di autonomia economica riduce la libertà di scelta e amplia il terreno su cui possono attecchire molestie e comportamenti abusivi. Federmanager porta in questo quadro una lettura chiara: il lavoro rappresenta la prima linea della prevenzione. Nelle imprese occorre rafforzare una cultura del rispetto basata su responsabilità, coerenza e adesione autentica ai valori organizzativi. Una cultura che si costruisce nel quotidiano, attraverso l’esempio dei manager, responsabili non solo della produttività ma anche del clima aziendale e del livello di sicurezza percepito da chi lavora. È proprio osservando gli ambienti professionali che emerge come le molestie non siano episodi isolati, ma l’espressione di un modello culturale da ripensare.
In questo percorso si inserisce il nuovo Ccnl dei dirigenti, rinnovato da Federmanager: uno strumento avanzato che, oltre a valorizzare il ruolo manageriale, introduce misure concrete su pari opportunità, genitorialità, equità retributiva, benessere e prevenzione. È una leva che agisce sulla cultura aziendale, perché quando cresce la qualità del contratto cresce anche la qualità dell’ambiente di lavoro, riducendo gli spazi per disparità e abusi. Accanto al mondo produttivo, resta centrale l’impegno delle istituzioni. L’Arma dei Carabinieri – che ha patrocinato l’iniziativa anche in virtù del Protocollo d’intesa firmato con Federmanager nel 2024 – ha presentato il “violenzametro”, uno strumento pratico per riconoscere tempestivamente situazioni a rischio e favorire la richiesta di aiuto. Un segnale concreto verso un modello di prevenzione accessibile e diffuso.
“L’impegno costante della nostra Federazione nella promozione di modelli inclusivi ci ha portato a conseguire la certificazione per la parità di genere, diventando tra le prime organizzazioni rappresentative a ottenerla”, ha dichiarato in apertura il presidente Federmanager, Valter Quercioli. “Consapevoli dell’importanza strategica dell’inclusione per le imprese, continuiamo a lavorare per valorizzare ogni talento. L’incontro è un momento necessario per mantenere vivo il dialogo e ampliare la consapevolezza sulla prevenzione della violenza di genere”. Il dibattito, moderato da Marina Marinetti, condirettrice di Economy, ha riunito esponenti istituzionali, rappresentanti del management, giuristi ed esperti impegnati nella tutela: l’onorevole Martina Semenzato, Monica Lucarelli, Samanta Cimolino, Luciana Delfini, Maria De Renzis, Simona Signoracci, Maria Cristina Cerrato e Antonio Cavallera. Interventi che si sono incontrati su un punto: la prevenzione è possibile solo quando l’intero sistema azienda, dai vertici ai collaboratori, assume una visione comune fatta di riconoscimento, ascolto e intervento.
La violenza di genere non è una questione privata, ma un fenomeno che attraversa la società, le culture organizzative, i modelli educativi. Federmanager ricorda che un cambiamento reale può avvenire solo ripensando il modo in cui le imprese formano, tutelano e valorizzano le persone. È questo il passaggio che dà senso all’espressione “oltre il 25 novembre”: trasformare una ricorrenza in un impegno quotidiano per creare ambienti professionali in cui ogni donna possa essere realmente libera, rispettata e protetta.
Aggiornato il 05 dicembre 2025 alle ore 13:48
