Il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (Ra.C.I.S.), meglio noto con l’acronimo RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche), celebra un traguardo straordinario: 70 anni di storia. Un anniversario che non è solo una ricorrenza, ma la testimonianza di un’evoluzione incessante che ha reso questo reparto dell’Arma dei Carabinieri un punto di riferimento insostituibile nella ricerca della verità e della giustizia nel panorama investigativo italiano e internazionale.
LA NASCITA E L’EVOLUZIONE DI UN’ECCELLENZA
La storia del Raggruppamento inizia nel 1955, quando fu istituito a Roma, presso la Caserma “Podgora”, con la denominazione di “Gabinetto Centrale di Documentazione e di Indagini Tecnico-Scientifiche dell’Arma”. L’obiettivo iniziale era fornire supporto didattico agli Ufficiali e assistenza tecnica ai reparti operativi.
1965: il Reparto viene rinominato Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche (CCIS).
Anni ‘90: avviene l’istituzione dei Sotto centri CIS di Messina e Parma e l’attivazione di circa 30 laboratori per l’analisi delle sostanze stupefacenti, ampliando significativamente le capacità operative.
1999: Il CCIS e i Sotto centri assumono l’attuale denominazione, con la creazione dei RIS di Roma e Cagliari. L’intera struttura assume il nome di Ra.C.I.S..
Oggi, il Raggruppamento ha sede a Roma ed è articolato in 4 Reparti Investigazioni Scientifiche (RIS) dislocati a Roma, Parma, Messina e Cagliari, ciascuno con competenza territoriale specifica. A questi si affiancano 22 Sezioni Investigazioni Scientifiche (SIS), che garantiscono la presenza specialistica a livello interprovinciale, specialmente per il sopralluogo sulla scena del crimine e le indagini su stupefacenti.
IL CUORE SCIENTIFICO DELL’INVESTIGAZIONE
Gli uomini e le donne del RIS sono scienziati in uniforme, esperti in discipline cruciali per la Criminalistica.
Biologia forense: analisi del Dna, la “prova regina” che ha rivoluzionato le indagini.
Balistica: ricostruzione delle dinamiche degli spari, identificazione delle armi e analisi di bossoli e proiettili.
Chimica, esplosivi ed infiammabili: indagini su residui di esplosivi (GSR) e sostanze infiammabili.
Dattiloscopia: l’identificazione attraverso le impronte digitali e palmari (sistemi AFIS e APIS).
Grafica: analisi di documenti, falsificazioni e grafologia.
Fonica e audiovideo: analisi di registrazioni e immagini.
Tecnologie informatiche e analisi criminologiche.
Un’altra componente di fondamentale importanza è il Nucleo Carabinieri per il Riconoscimento Vittime di Disastri (DVI), un’unità composta da specialisti in grado di operare in scenari di grandi catastrofi, come l’attentato di Nassiriya (2003), lo Tsunami in Asia (2004) o i terremoti de L’Aquila (2009) e di Amatrice (2016).
I GRANDI CASI RISOLTI: LA SCIENZA A SERVIZIO DELLA GIUSTIZIA
Il contributo del RIS è stato decisivo in indagini che hanno segnato la storia della cronaca e della giustizia italiana. L’impegno del Reparto ha fornito prove inoppugnabili, trasformando reperti inequivocabili in elementi chiave per l’identificazione e la condanna dei colpevoli.
Tra i casi di grande risonanza in cui il RIS ha svolto un ruolo chiave si annoverano: il caso di Novi Ligure (2001), nel quale le analisi forensi sono state cruciali per ricostruire la dinamica degli omicidi. Il caso Moro (1978 e indagini successive), nel quale la rianalisi di reperti balistici e di fibre che hanno fornito nuovi elementi. Il caso di Marta Russo (1997), attraverso contributi tecnici per la ricostruzione della traiettoria di sparo.
La capacità di applicare l’innovazione scientifica, come il progetto RISEN in collaborazione con ENEA per l’applicazione delle nuove tecnologie investigative, dimostra la costante proiezione del Ra.C.I.S. verso il futuro della scienza forense.
Il Ra.C.I.S. dei Carabinieri celebra 70 anni di dedizione, evoluzione e un impegno costante per fare della scienza il più potente alleato della giustizia.
Aggiornato il 27 novembre 2025 alle ore 14:55
