Medicina a km 0

Con l’arrivo dell’autunno, torna alta l’attenzione sull'influenza stagionale e le nuove varianti di Sars-CoV-2 e sul loro impatto, in particolare tra le fasce più fragili della popolazione. 

Ne abbiamo parlato ˗ nel video all’interno di questo articolo ˗ con il professor Enrico Clini, ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio presso l’Università di Modena e Reggio Emilia e responsabile della Struttura Complessa di Malattie dell’apparato respiratorio presso l’Ospedale Universitario Policlinico di Modena, per fare il punto su cosa sta accadendo nei reparti, quali segnali non ignorare e come proteggere al meglio i più anziani.

A cambiare non è solo il virus, ma anche il quadro clinico: si osservano nuovi sintomi, forme respiratorie più subdole e una maggiore vulnerabilità per chi ha già problemi polmonari o un’età avanzata. 

Sono segnalati un aumento dei casi di dispnea acuta e polmoniti interstiziali, anche in soggetti vaccinati ma clinicamente fragili. La raccomandazione del professore è quella di non sottovalutare i segnali respiratori e di agire con tempestività, consultando il medico già ai primi sintomi.
Non servono allarmismi, ma serve consapevolezza. Il vaccino resta uno strumento importante per la prevenzione, così come l’uso della mascherina in luoghi affollati, soprattutto per chi è anziano o ha malattie respiratorie croniche. 
Un messaggio che vale per tutto il Paese, Lazio compreso, dove la popolazione over 70 rappresenta una quota significativa e vulnerabile.

Il Covid non è più quello del 2020, ma nemmeno un semplice raffreddore, soprattutto per gli anziani e per chi ha malattie respiratorie, resta un virus da non sottovalutare.
Prevenzione, attenzione ai sintomi e tempestività nell’intervento in caso di influenze e polmoniti, restano le armi migliori per evitare complicazioni gravi.
Come ci ha ricordato il prof. Clini oggi più che mai serve equilibrio: niente allarmismi, ma nemmeno leggerezza. 

Aggiornato il 08 ottobre 2025 alle ore 15:08