
La Chiesa Cattolica, nel corso dei secoli, ha sempre indicato ai suoi fedeli modelli di vita che, con il loro esempio, potessero ispirare e guidare. Tra questi, due figure giovani e luminose, Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, sono state elevate agli onori degli altari, portando un messaggio di speranza e di profonda fede che risuona potente anche oggi. Ma chi erano questi giovani e cosa rende la loro santità così rilevante per il nostro tempo?
IL MESSAGGIO DEL PAPA: UNA CHIESA GIOVANE E INCLUSIVA
Papa Francesco, con la sua visione di una Chiesa “ospedale da campo” e attenta ai giovani, aveva visto in Carlo e Pier Giorgio degli esempi straordinari. La canonizzazione di Frassati e la beatificazione di Acutis non sono stati semplici atti formali, ma un riconoscimento del fatto che la santità non è un ideale irraggiungibile o riservato a pochi eletti, ma una vocazione aperta a tutti, specialmente ai giovani, nel cuore della vita quotidiana.
Il Santo Padre ha più volte sottolineato come questi due giovani siano stati capaci di vivere il Vangelo con autenticità, trasformando le sfide del loro tempo in opportunità per testimoniare l’amore di Cristo. Essi rappresentano una risposta vivente alla domanda su come essere santi nel mondo contemporaneo, tra le distrazioni, le tentazioni e le complessità della società moderna.
PIER GIORGIO FRASSATI (1901-1925): IL GIGANTE DELLA CARITÀ
Nato in una famiglia benestante di Torino, Pier Giorgio avrebbe potuto scegliere una vita di agi e di piaceri. Invece, fin dalla giovane età, il suo cuore ardente lo spinse verso una profonda fede e un instancabile impegno per i poveri e gli emarginati. Fu un alpinista appassionato, un brillante studente di ingegneria mineraria, ma soprattutto un uomo di preghiera e di azione.
La sua santità non si manifestò attraverso visioni mistiche o grandi miracoli, ma nella concretezza del servizio. Ogni giorno, Pier Giorgio visitava i malati, portava cibo e conforto ai poveri delle periferie torinesi, si batteva per la giustizia sociale, aderendo a numerosi movimenti cattolici. La sua allegria contagiosa, la sua generosità senza limiti e il suo amore per l’Eucaristia erano il motore della sua vita. Morì a soli 24 anni, stroncato dalla poliomielite, probabilmente contratta assistendo i malati, lasciando un’eredità di carità e di fede che commosse l’intera città. La sua frase “Verso l’alto!” è diventata un motto per tanti giovani che aspirano a un ideale più grande.
CARLO ACUTIS (1991-2006): IL CIBER-APOSTOLO DELL'EUCARISTIA
Carlo Acutis è una figura ancora più vicina a noi, un “influencer di Dio” come lo ha definito Papa Francesco. Nato a Londra e cresciuto a Milano, Carlo era un ragazzo come tanti: amava il calcio, i videogiochi, gli amici. Ma fin da bambino, sviluppò una fede profonda e un amore sconfinato per Gesù Eucaristia, che chiamava “la mia autostrada per il Cielo”.
La sua intuizione geniale fu quella di usare le sue abilità informatiche per evangelizzare. Comprese il potenziale di internet come strumento per diffondere la Parola di Dio e così creò un sito web e diverse mostre virtuali sui miracoli eucaristici e sulle apparizioni mariane. Il suo obiettivo era avvicinare le persone, soprattutto i giovani, alla bellezza della fede e al mistero dell’Eucaristia, spesso poco compreso. Morì a soli 15 anni per una leucemia fulminante, affrontando la malattia con una fede incrollabile, offrendo le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa.
COSA RESTA DI ACUTIS E FRASSATI?
L’eredità di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati è un messaggio potente e attualissimo per tutti noi, ma in particolare per i giovani.
La santità è possibile qui e ora: entrambi dimostrano che la santità non è un’utopia, ma una realtà che si può vivere nella quotidianità, tra gli impegni di studio, lavoro, amicizia e famiglia. Non servono gesti eroici eclatanti, ma una fedeltà costante all'amore di Dio e del prossimo.
L’Eucaristia al centro: per Frassati e Acutis, l’Eucaristia era il cuore pulsante della loro vita. Entrambi ci ricordano che Gesù è realmente presente nel Santissimo Sacramento e che lì troviamo la forza, la gioia e l’ispirazione per vivere pienamente.
La carità concreta: Pier Giorgio è un modello di carità attiva, di un amore che si traduce in opere di misericordia. Carlo, pur in un contesto diverso, ha esercitato la carità intellettuale e spirituale, condividendo la sua conoscenza della fede per il bene degli altri.
L’uso responsabile dei talenti: Acutis ci insegna a mettere i nostri talenti al servizio di Dio e del prossimo. Il mondo digitale, spesso visto come fonte di distrazione, può diventare un potente strumento di evangelizzazione e di bene se usato con consapevolezza e fede. Frassati, con il suo impegno sociale e politico, ci mostra come i talenti intellettuali possano essere impiegati per costruire un mondo più giusto.
La gioia della fede: Entrambi erano giovani gioiosi, pieni di vita e di entusiasmo. La loro santità non era grigia o triste, ma luminosa e contagiosa, dimostrando che la vera felicità si trova nell'incontro con Cristo.
Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati sono due fari che illuminano il cammino di una Chiesa in uscita, una Chiesa che crede nella forza dei giovani e nel loro potenziale di trasformare il mondo. Le loro vite ci interpellano, ci scuotono e ci invitano a vivere con maggiore intensità la nostra fede, testimoniando con gioia e coraggio l’amore di Dio in ogni aspetto della nostra esistenza.
Aggiornato il 08 settembre 2025 alle ore 11:41