
Il nuovo anno scolastico sta per iniziare e con l’avvio dello stesso gli studenti dovranno fare i conti con diverse novità che rendono gli istituti scolastici, dalla scuola primaria alle superiori, più rigorosi. L’anno scolastico 2025/2026, infatti, mette in atto il complesso quadro delle riforme approvate con il cosiddetto Decreto Scuola Pnrr (Dl 45/2025), che, come noto, interviene su vari aspetti cardini nell’ambito dell’istruzione al fine di rendere la scuola, come più volte ribadito dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, un luogo di merito, responsabilità e legalità. Tra le novità più discusse, il divieto di utilizzare gli smartphone anche alle superiori. Gli studenti, a seconda delle direttive emanate dai singoli istituti, dovranno spegnerli o consegnarli all’ingresso. Un divieto che permane per l’intera durata delle lezioni e riguarda qualsiasi dispositivo. L’obiettivo è quello di limitare l’abuso degli strumenti digitali, quale fonte di distrazione e di indebolimento delle capacità cognitive, e di rafforzare la capacità di attenzione e di concentrazione della classe.
Tuttavia, essendo la disciplina riguardante il divieto, e le relative sanzioni in caso di inosservanza, rimandata ai singoli regolamenti interni adottati da ciascun istituto, non esiste una misura unica per tutte le scuole. Se, infatti, alcuni istituti hanno già previsto l’uso di armadietti personali o contenitori sicuri dove gli studenti devono depositare il cellulare all’ingresso; altri stanno valutando forme di vigilanza o l’adozione di regolamenti condivisi con le famiglie. Una misura che mira, altresì, ad impedire il verificarsi di episodi di cyberbullismo, registrazioni senza consenso, violazioni della privacy di docenti e compagni, favorendo una maggiore responsabilizzazione degli studenti. Ma a cambiare c’è anche la valutazione della condotta, quale strumento per valutare il rispetto delle regole e l’impegno dello studente verso la comunità scolastica. Ebbene, se nella scuola secondaria di primo grado il voto di condotta ora “fa media” e incide sull’ammissione alla classe successiva, nella scuola secondaria di secondo grado un 5 in condotta comporta la bocciatura automatica, mentre in caso di 6 in condotta lo studente è chiamato ad affrontare una “prova di cittadinanza attiva”, consistente in un elaborato critico legato ai motivi che hanno determinato la valutazione insufficiente, il cui superamento consente l’accesso alla classe successiva. L’esame di Stato, poi, fa un tuffo al passato e ritorna secondo le anticipazioni fornite dallo stesso ministro quale valutazione complessiva del percorso scolastico dello studente. Tra le misure il rigore verso i comportamenti finalizzati a sminuire l’esame, come ad esempio quelli accaduti nel corso della maturità del 2025, non più tollerati e punite con la ripetizione dell’anno scolastico.
Mentre ci si attende un ripensamento delle prove scritte volte a valorizzare la capacità applicativa dello studente rispetto a quanto appreso durante gli anni di studio. Infine, tra gli aspetti più delicate delle misure di nuova introduzione si ha il rafforzamento della tutela del personale scolastico. I molteplici e ripetuti episodi di aggressione verbale e/o fisica nei confronti di insegnanti e dirigenti scolastici hanno determinato l’inasprimento della risposta punitiva di alcune fattispecie di reato rispetto a quanto già previsto con Legge numero 25 del 4 marzo 2024. Viene infatti esteso l’arresto obbligatorio in flagranza di reato, escludendone i minori, alle ipotesi di lesioni personali a carico dei docenti e dirigenti scolastici e inasprite le sanzioni previste dal codice penale per i fatti commessi a danno del personale scolastico. L’oramai imminente anno scolastico metterà dunque a dura prova gli studenti, il personale docente, ma anche le stesse famiglie chiamate a seguire con più attenzione il tradizionale e rigoroso volto che la scuola è chiamata a riassumere.
Aggiornato il 05 settembre 2025 alle ore 11:31