Taccuino Liberale #54

venerdì 5 settembre 2025


“Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Ci hanno insegnato così e sarebbe arduo confutare la citazione.

Nel silenzio della calura agostana, è passata quasi sotto silenzio l’iniziativa legislativa costituzionale di voler attribuire a Roma poteri speciali. Del resto, una capitale non è uguale agli altri comuni, alle altre città e, date le peculiarità del caso, Roma non è nemmeno come le altre capitali. Solo a Roma ci sono il Vaticano, il Colosseo, il Foro Romano, la Fontana di Trevi ed il Pantheon. Per citare quelli che sono i luoghi emblematici che la gran parte della popolazione planetaria sogna di vedere almeno una volta nella vita. Giusto che abbia strumenti speciali per poter gestire la complicazione dell’afflusso di milioni di turisti all’anno, che si aggiungono agli oltre 350.000 pendolari giornalieri, che vengono a lavorare in città.

Alla notizia dell’iniziativa governativa (peraltro lodevole e giusta), dato che Roma non è Morterone (comune più piccolo d’Italia, con 31 abitanti) l’attuale sindaco ha giubilato. Roberto Gualtieri, ha commentato la proposta di legge costituzionale sui poteri speciali di Roma Capitale, affermando che il provvedimento presentato dal Governo è un passo nella giusta direzione affinché Roma possa avere una governance efficace e degna della sua complessità.

Caro Sindaco, augurandoci che presto Roma abbia una governance degna della sua complessità, estensione, e peculiarità socio-economica, ci piacerebbe che intanto si utilizzassero i poteri odierni, per presentare la città in modo decente a quei circa 4 milioni e mezzo di persone che quotidianamente la frequentano a vario titolo: residenti, turisti, lavoratori.

In realtà, il problema della mancanza dei poteri speciali per Roma capitale, sono spesso bypassati da una prassi ormai consueta e consolidata, che forse va oltre l’immaginabile, anche da parte dell’eventuale legislatore costituzionale, ossia per il tramite dei commissariamenti speciali. Spesso il sindaco, in virtù di eventi, manifestazioni o fattispecie di carattere speciale e straordinario (ad esempio i giubilei, le grandi manifestazioni sportive etc) viene nominato commissario speciale, con poteri sostanzialmente deregolatori rispetto al quadro normativo in materia di appalti, organizzazione, sicurezza, etc, per consentire la realizzazione di quanto necessario e previsto. Libero da pesi, vincoli, lacci e lacciuoli. Con poteri praticamente infiniti, in deroga anche ai controlli. 

E così, ogni sindaco, può fregiarsi di risultati sorprendenti, in virtù di tali deleghe conferite dal potere centrale.

Questa estate, però è accaduto un fatto che ad oggi non ha ancora trovato soluzione, e che forse ci fa dubitare sul fatto della straordinarietà di poteri da conferire a Roma, dato che sembra che nemmeno l’ordinario più spiccio si riesca a gestire. Il 31 luglio, quindi qualche giorno prima del weekend in cui si è svolto il Giubileo dei giovani, nei pressi del Pantheon si è verificata una rottura di una conduttura dell’acqua, per cui dai sanpietrini è cominciata a fuoriuscire acqua, che ha bagnato tutta la sede stradale, fino ad arrivare a pochi metri dal Pantheon, fortunatamente protetto da una serie di grate di deflusso. Uno spettacolo indecente che si può ammirare in foto, ancora più indecente se si pensa alla mole di giovani presenti a Roma in quei giorni. Sono partite segnalazioni da parte dei vigili, dei cittadini, e poco prima di Ferragosto la strada è stata chiusa, la zona recintata, ma ad oggi, e siamo a oltre un mese dalla rottura e dalle prime segnalazioni, il guasto non è stato ancora riparato.

Acqua che defluisce h24, che quindi si disperde sprecando risorse preziose, situazione della piazza degradata, soggetti preposti assenti. Anche chi scrive, ha segnalato il guasto. Ma ad oggi, il Comune, non ritiene dover riparare una importante perdita d’acqua (che si è aggravata negli ultimi giorni) in uno dei posti “iconici” della città, ma preferiamo definirlo unico al mondo. È la cartolina della città, è forse più famoso o tanto quanto il Colosseo, eppure non è degno di attenzione.

Possibile che lo spettatore di questa meravigliosa piazza, quella della Rotonda, debba prima fare i conti con l’acqua a terra, debba evitare di cadere sul fondo bagnato, e poi finalmente raggiunge il Pantheon? Eppure, questa è una situazione di gravità, urgenza e imprevedibilità che consentirebbe di attuare, con la vigente normativa degli appalti pubblici e dunque con poteri “normali”, come potrebbe fare anche il sindaco di Morterone, un immediato intervento di ripristino e rifacimento. Con un affidamento diretto, in somma urgenza. Ed invece il transennamento è lì, assieme alla strada chiusa, e chissà per quanto tempo ancora dovremo assistere alla dispersione di acqua, bene prezioso, e come ci tengono a dire da una certa parte politica “pubblico”. Possibile che nessun parlamentare ambientalista, nessun potente intellettuale radical chic abbia visto questa situazione e che sia intervenuta?

Ma se da poteri già ricevuti, non si riesce a produrre azioni utili per il normale funzionamento della città, cosa ci può garantire che ulteriori poteri miglioreranno la città Caput (mundi)?

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di Elvira Cerritelli