
Il mondo del cinema è una polveriera. Da quando la Guardia di Finanza ha scoperto la truffa del tax credit per finanziare, con i soldi pubblici, il film mai realizzato di Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, accusato di aver ucciso nel parco di Villa Pamphili la moglie e la figlia, sono stati accertati contributi indebiti percepiti per oltre 21 milioni di euro e denunciati 335 soggetti del mondo dello spettacolo. I vertici del Ministero del Collegio romano, quasi tutti per lunghi anni provenienti dagli schieramenti di sinistra, hanno sempre avuto le mani larghe, costruendo un sistema che ha generato un meccanismo distorto permettendo di finanziarie con milioni dei cittadini film che una volta nelle sale guadagnavano poche decine di migliaia di euro, scomparendo quasi subito dalle programmazioni.
Quando, con la vittoria elettorale nel settembre 2022 del centrodestra, si è insediato alla Cultura Gennaro Sangiuliano, da buon giornalista della carta stampa e della Rai si è accorto subito che qualcosa non andava bene. Il quattro volte ministro della cultura, il democratico Dario Franceschini si era inventato la Netflix della cultura, una struttura che iniziò a generare consistenti ammanchi per le casse dello Stato. La piattaforma Itsart avrebbe dovuto promuovere il patrimonio culturale italiano. Procurò, invece, un flop di circa 7 milioni. E quindi Sangiuliano decise di chiuderla. I numeri in deficit erano impietosi ma gli intellettuali di sinistra reagirono ritenendo l’Itsart “il nuovo modo di offrire la cultura italiana”. Peggio è andato al nuovo ministro Alessandro Giuli, che ha sostituito lo scrittore napoletano. A parte la polemica con Ernesto Galli della Loggia, alle nomine contestate dei direttori scaduti dei musei, il dato più rilevante è la vicenda del centro di Cinecittà.
Liti politiche, dicerie, ripicche, veleni. Per mesi il problema è stato quello di tenere nascosti i buchi rossi di bilancio. Sembrava che i 100 anni dell’Istituto Luce dovessero finire sotto la vergogna di una sciagurata governance. Cinecittà, apprezzata in tutto il mondo, con un patrimonio in archivio inestimabile sembrava destinata ad un ruolo di serie B. Risalire la china non sarà facile. Le sfide che attendono il nuovo presidente, Antonio Saccone, sono ardue anche per la forte concorrenza di altri produttori cinematografici. Poi, negli ultimi giorni è arrivata la notizia che Mel Gibson inizierà nel nuovo Teatro 25 le lavorazioni del colossal The Resurrection of Christ, e che è stato approvato il piano industriale 2025-2029. Si tratta d’investimenti provenienti dal Pnrr per circa 232 milioni di euro, che consentiranno di andare avanti con fiducia, raddoppiando i ricavi da 26,7 a 51,9 milioni, costruendo 5 nuovi teatri di posa e ristrutturandone altri quattro.
L’Italia si è dotata fin dal 1924 uno straordinario strumento di comunicazione attraverso la cinematografia. L’archivio Luce conserva un inestimabile patrimonio di immagini in movimento e milioni di metri di pellicola che raccontano la storia dell’Italia dal XX Secolo ad oggi di tutti i campi: cultura, società, politica, spettacoli, sport, scienza e costume. Possiede i documenti che hanno registrato i cambiamenti che hanno trasformato l’Italia e l’Europa. Il rilancio culturale e commerciale è doveroso. Stanno aumentando i visitatori del centro di via Tuscolana, non solo per sostare al famoso Studio 5 dove lavorò il regista Federico Fellini, ora a lui intitolato.
Aggiornato il 28 luglio 2025 alle ore 09:45