
L’uomo nasce con una malattia mortale: il tempo. Quando pure lo impiegassimo attivissimamente, come si dice, non perdendo tempo, lo perderemmo lo stesso. È una malattia inguaribile. Il tempo consuma l’individuo fino a quando non avrà più tempo e sarà il trionfo del tempo. Orrendo questo aspetto del tempo. Quando pure tu lo usi, lo perdi lo stesso. E non esiste rimedio. Dicendo io non perdo il mio tempo, sbagliamo. Il tempo è sempre perduto: il tempo della vita, il tempo dell’invecchiamento del tempo, di ciò che è stato, del passato perduto assolutamente. Qualche risultato dell’esistenza resta ma non il tempo. Che vale il risultato dell’esistenza se perdi l’esistenza? È il dilemma degli uomini. I maggiori tra gli uomini hanno ripetuto appassionatamente questa squilibrata condizione: puoi fare, agire, operare, creare, suscitare, ma la vita finisce. Sorge il dubbio. Vale fare se la vita sparisce? Non vi è una risposta giusta ma una risposta personale: se tu credi di fare di non perdere tempo sapendo di perderlo, opera, così, come senti.
Del resto, è più difficile non fare che fare. Per il non fare occorre una forza negatrice insostenibile: noia, stanchezza della noia, il fare più sbrigativo, più semplice. Dobbiamo la civiltà a coloro che hanno agito sapendo di morire e di annoiarsi a non fare. Sapevano di morire e volevano lasciare memoria: io sono stato questo, io sono esistito. Vale, non vale, ciascuno a suo modo. Nel nostro tempo si vive clamorosamente ma al momento. L’opera solitaria che dura secoli pochissimi la concepiscono: il presente domina. Ci incamminiamo verso società senza civiltà. La produzione continua è sostitutiva. Non avendo questa possibilità di produzione continua gli antichi producevano per i secoli. Noi possiamo fare una casa in pochi giorni ma la facciamo per poco tempo. Ecco il mutamento dell’idea del tempo. Oggi esiste il presente rapido e mutevole. Non sminuire la grandiosità della tecnica, ma la tecnica è superata dalla tecnica: l’arte, no. La civiltà non è basata sulla tecnica. La società è basata sulla tecnica. La civiltà sull’arte. Se non lasciamo arte non avremo memoria. E civiltà.
Aggiornato il 09 luglio 2025 alle ore 11:09