I bambini del mondo

Ho partecipato ad una festa di fine anno dell’asilo nido di mio nipote, c’erano mamme, papà, alcuni nonni e le operatrici, tutti felici e contenti, i genitori nel vedere le premiazioni dei propri figli, i bambini che giocavano nel loro naturale caos, le operatrici stanche, ma felici della chiusura di un anno comunque impegnativo. Osservavo i bambini ricchi di curiosità, allegria e di speranza, i genitori che li guardavano esprimevano le loro aspettative e problematicità di un impegno ancestrale, ma sempre nuovo per chi lo vive, e pensavo quanti dei loro legittimi comportamenti condizioneranno, inconsapevolmente, il futuro dei loro figli, come lo è stato per noi. Finita la festa ognuno ritorna alla propria quotidianità.

Questo microcosmo è parte del mondo, anche se con culture e approcci diversi, questi bambini sono il futuro del mondo. Di norma le persone sane antropologicamente vogliono il meglio per i loro figli, ciò rientra nella natura umana, e certamente è così nella stragrande parte dell’universo, non solo occidentale. Contemporaneamente mi sovviene quanti femminicidi, quanti balordi girano per il mondo, probabilmente bambini a cui è stata rubata l’infanzia, bambini cresciuti in ambienti anaffettivi e/o violenti, abbandonati a sé stessi, sempre con la irresponsabilità degli adulti.

Quanti di questi bambini cascheranno nella anomia del digitale di cui, non sempre, gli adulti sono consapevoli dei rischi di questo universo, che da un lato aiuta ma, se non si è consapevoli, li danneggia nella crescita cognitiva.

Dalla notte dei tempi la specie umana ha fatto guerre a sé stessa, a popoli non conosciuti, solo per il bisogno di arrecare benefici al proprio popolo e, probabilmente, anche per la necessità di dominio da parte dei condottieri. Questo usare il proprio popolo, e dunque i suoi figli, per migliorare le condizioni di vita, poteva essere vero ieri, ma oggi è un falso. Le guerre di oggi non mirano al benessere del popolo, sono mosse dall’ego e dal delirio di onnipotenza di coloro che si considerano élite politica, finanziaria o, peggio ancora, unti dal signore o rappresentanti di Dio in terra per redimere il popolo.

Anche costoro hanno figli, ma presi dal loro ego li trascurano o li obbligano ad essere come loro, determinando nei figli quell’ansia da prestazioni che uccide l’empatia e le loro doti naturali, ovviamente tutto in buona fede, pensando che ciò sia giusto; i loro figli sono speciali, devono essere superiori  ai comuni mortali, loro hanno, o meglio devono avere un destino di successo, simile al loro o perché loro non l’hanno avuto, “difficilmente i figli di papà”, andranno in guerra perché devono mantenere la tradizione di comando della famiglia.

Penso ai bambini che vivono a Gaza, a quelli che vivono in Israele, ai bambini soldati, e alle tante guerre dimenticate che non fanno notizia, perché quelli sono bambini di serie B. Noi occidentali, che abbiamo tante responsabilità, con mille difficoltà ci siamo tolti di mezzo l’ipocrisia del dominio dei re, degli aristocratici e del potere temporale della religione, conquiste ricche di martiri, che dimentichiamo, come se l’oggi non ha un passato. Oggi ci sono le aristocrazie finanziarie, non solo occidentali, che controllano il mondo e, quando non ci sono accordi, realizzano guerre. Ma le guerre moderne, aldilà della tecnologia militare, oggi utilizzano strumenti di propaganda raffinati, ieri si puntava all’identità di un popolo, al senso di alterità nazionale, adesso si produce una guerra cognitiva contro l’occidente o lo stesso occidente contro sé stesso, per manipolare il popolo con le guerre giuste, come quelle per esportare la democrazia, dimenticandosi (diciamo così per non dire manipolando il senso della parola) che la democrazia è una evoluzione culturale.  

Si modificano le parole per ingannare i popoli democratici, l’esempio, oggi più tipico, è il termine accoglienza. “La parola accoglienza indica il modo di accogliere, di ricevere una persona, soprattutto se questa persona è un ospite. L’accoglienza può essere amichevole, affettuosa, festosa, calorosa, cordiale, oppure fredda, scortese. Fare buona, cattiva accoglienza a qualcuno significa accogliere bene o male una persona”. Possiamo dire che nei fatti la nostra non è accoglienza, ma abbandono, oserei dire un razzismo democratico fondato sul business. Diceva Gramsci: “Odio l’indifferenza”, io aggiungerei anche il cinismo nei confronti dell’umanità essendo comportamenti umani devianti in quanto asociali.

Il potere occidentale può essere cinico con il suo popolo, ma nei regimi autoritari, in genere, non c’è bisogno di ciò. I regimi democratici, come quelli autoritari in particolare, conoscono bene la guerra cognitiva da realizzare utilizzando i valori dell’Occidente contro lo stesso occidente. Nella guerra tra Russia e Ucraina, inizialmente, i media occidentali hanno utilizzato i bambini per dare del sanguinario a Putin, ma le informazioni impedivano il far credere che il loro obiettivo era uccidere i bambini, mentre nella guerra in Palestina, dove le notizie vengono solo da Hamas, dove è facile far credere che gli ebrei avendo subito un genocidio, oggi lo stanno praticando ai palestinesi, sembrerebbe non una guerra tra Israele e i terroristi di Hamas, ma una guerra contro i bambini Palestinesi, come se la striscia di Gaza fosse abitata solo da bambini

In base ai nostri valori, giustamente, i bambini non si toccano e tendenzialmente questo dovrebbe valere per tutta la specie umana, ma così purtroppo non è, se pensiamo ai bambini educati ad odiare un altro popolo, ai bambini soldati, ai bambini usati come kamikaze, ai bambini sfruttati nelle miniere di cobalto, ai bambini usati per condizionare l’etica dell’occidente. Noi immaginiamo questi paesi autoritari come poveri (sinonimo di inferiori in questo caso) e non vediamo il tiranno che li obbliga a vivere di stenti, li percepiamo “ignoranti” e dunque incapaci di mentire e di manipolare, questo è dovuto ad un presunto senso di superiorità occidentale o una banale considerazione di uno stile di vita migliore il nostro in quanto diverso dal loro. Esiste, probabilmente, la fortuna di essere nati in Europa, o comunque in un paese di cultura occidentale, ma questa è una nostra valutazione, come quella di credere che tutti dovrebbero avere il nostro modello di vita, come credere che ciò che ci rende felici è generalizzabile a tutta l’umanità perché esistono convergenze umane di un sentimento che appartiene a tutta la specie.

Ripensando agli sguardi dei bambini mi sovviene il gruppo del Bilderberg e quelli del World Economic Forum che vogliono governare il mondo solo perché ricchi, e disegnare il mondo futuro, ma con quale autorità? La ricchezza è sinonimo di competenza? Chi li ha delegati a rappresentarci per disegnare gli scenari futuri? C’è o non c’è, per noi popoli democratici, una espropriazione dei nostri diritti costituzionali? Certo, c’è il diritto di riunirsi in un sistema democratico, ma le decisioni che loro assumono condizionano i governi e le economie del mondo, per cui qualcosa non quadra. Ad esempio, è stato eversivo far cadere il governo Berlusconi con il crollo dei Bond, si è stravolta la volontà popolare.

Se invece di giocare con il mondo “questi vecchiacci” facessero i nonni, forse, anche loro potrebbero vedere in un sorriso quella luce che illumina il mondo, nello sguardo di un bambino la felicità di esistere e quel bisogno atavico di affetto per crescere e superare le insidie del mondo, non solo dalla natura, ma dei tanti “vecchiacci” che nella miseria del proprio delirio vogliono decidere sul destino della specie.

Aggiornato il 30 giugno 2025 alle ore 18:13