
Più metropolitane e più incentivi, ma attenzione a paradossi su incentivi per auto elettriche.
Ricordando che nel 2024 a Roma, potenzialmente hanno circolato 676 auto ogni 1.000 abitanti, mentre a Milano 511 e a Genova 471, c’è da chiederci il perché. Domanda con una risposta non immediata ma, confrontando la rete metropolitana meneghina con quella romana, emerge che a Milano ci sono 82 chilometri ogni milione di abitanti mentre, a Roma, meno di 22 chilometri. A Genova neanche 13 chilometri. Per un confronto più ampio della diffusione della metropolitana ogni milione di abitanti, si riporta che a Napoli ci sono circa 40 chilometri, a Torino circa 18, e a Catania circa 34. Il grafico (vedi qui) confronta le città italiane con più di 15 chilometri per milione di abitanti (Roma, Milano, Napoli, Torino e Catania): nell’asse x, la diffusione delle linee di metro (chilometri ogni milione di abitanti) mentre, nell’asse y, la diffusione delle autovetture (numero di auto ogni 1.000 abitanti).
È chiaro che più aumentano i chilometri di metro e meno auto circolano. Bella scoperta! Milano ha intrapreso e sviluppato piani decennali seriamente. Non c’è altro da aggiungere. Ma perché a Genova le auto sono così poche? Sembra un’anomalia, e in effetti lo è: l’orografia della città è molto particolare, quindi, per affrontare il tema della mobilità ci sono anche due funicolari, una ferrovia a cremagliera, 13 ascensori, il servizio di trasporto pubblico via mare (Navebus), la ferrovia Genova-Casella e il servizio che collega l’aeroporto alle stazioni ferroviarie di Brignole e Piazza Principe (Volabus). Ma non solo. A Genova c’è un piano di incentivi economici molto raffinato. Infatti, tutti i residenti non solo di Genova ma, bensì della Città metropolitana di Genova, fino a 14 anni e oltre 70 anni, possono viaggiare gratuitamente su tutta la rete Amt, dopo aver sottoscritto un abbonamento pagando solo le modeste spese di segreteria (una decina di euro).
IL PARADOSSO DELLE AUTO ELETTRICHE E IBRIDE PLUG-IN
Due persone possono andare in centro, a Roma, su un’auto elettrica o ibrida plug-in, a maggior ragione se con l’energia è autoprodotta, pagando meno rispetto a prendere la metro! Non si pagano i parcheggi. Poi, i parcheggi a disposizione sono sempre meno, perché aumentano le auto, aumentano – di esse – le dimensioni e aumentano i parcheggi dedicati alle auto elettriche (per la ricerca). Quindi, è evidente che c’è un corto circuito sull’approccio alla mobilità e quindi all’inquinamento da essa prodotto. Poi, il piano degli incentivi e di tassazione va bene, ma dovrebbe essere a livello familiare e non di singola auto. Diverso il caso degli autocarri, che necessita di considerazioni ad hoc.
Tornando all’eccessiva diffusione e uso delle auto. In una famiglia, consentire la rottamazione di una vecchia auto con un abbonamento annuale, o meglio pluriennale, Atac per l’intera famiglia potrebbe essere utile. Sarebbe già molto utile copiare gli incentivi pensati a Genova. Prima non era applicabile per la filiera industriale dell’auto. Ora? Forse, e penso sia proprio il momento, di incentivare lo sviluppo di una florida industria nazionale, magari con il sistema, che funzionò molto bene per molti decenni, a capitale misto pubblico/privato per il trasporto pubblico, metro, tram, eccetera. È quello che succede già altrove. Certo, il tema è veramente molto ampio e necessita di valutazioni multivariabili. Tornando sui temi romani, molto più terra terra, si può certamente affermare che è un gran bene lo sviluppo di nuove tramvie.
Non capisco proprio perché ancora non si senta un forte dibattito sulla proposta della MA1. Ovvero, di uno sfiocco (una diramazione) tra Spagna e Flaminio verso la linea del trenino tra Flamino-Viterbo. Sono circa 800 metri di scavo, portando la linea MA1 a Saxa Rubra (punto d’arrivo del pullman dei pendolari dall’alto Lazio) fino a Labaro. Attualmente la linea Flamino-Viterbo propone una frequenza di treni scandalosa, quindi la coabitazione con la MA1 sarebbe una valida soluzione tecnica. E incrementerebbe, con soli 800 metri di scavo, la rete metropolitana di Roma di 8 chilometri circa, passando quindi da circa 59 chilometri a 67 chilometri, garantendo una diffusione metro di circa 24 chilometri di metro ogni milione di abitanti. Azione questa utilissima anche nell’ottica della chiusura dell’anello ferroviario e della riapertura della stazione del treno allo stadio Olimpico (Farneto). Le linee metro devono svilupparsi, secondo la letteratura internazionale nota da decenni, lungo le radiali e circolari.
Aggiornato il 16 giugno 2025 alle ore 11:09