Per certi giornali la turbativa d’asta prevale sui crimini più efferati

Ieri un brigadiere dei Carabinieri, Carlo Legrottaglie, è stato ucciso durante un conflitto a fuoco. E successivamente, a seguito di un'altra sparatoria, uno dei responsabili del crimine è stato ucciso e un altro arrestato. I due malviventi avevano precedenti e già si erano resi autori di furti, rapine e altri barbari crimini tra cui un assalto a un furgone portavalori.

L’inseguimento, lo speronamento, le ore seguite allo scontro a fuoco così dolorosamente conclusosi, parrebbero la trama di un film dazione. Ma in questo caso purtroppo non si trattava di fiction. Fatti drammatici, la cui narrazione ha posto in risalto anche la circostanza che la vittima fra qualche giorno sarebbe andata in pensione, disconoscendo però che per chi fa quel lavoro spesso quel momento è vissuto come un trauma e non come un traguardo. E il brigadiere Legrottaglie lo ha dimostrato, sicuramente fiero di aver fatto il suo dovere sino all’estremo sacrificio a prescindere dall’anagrafe.

Purtroppo, oggi vi sono quotidiani tipo Il Fatto Quotidiano o Domani, sempre attenti alla cronaca giudiziaria quando si tratta di presunta turbativa dasta o abuso d’ufficio, che hanno relegato la notizia in un piccolo trafiletto di difficile individuazione nelle pagine interne. Tutto è relativo, e il possibile coinvolgimento in una storia di nomine e appalti da parte di un governatore di Regione può meritare evidenza in prima pagina, mentre la morte di un carabiniere secondo quelle redazioni è notizia di ben minore interesse.

Dispiace ma, perlomeno, l’occasione deve indurre a riflettere quanto concetti e relativi proclami relativi alla giustizia e alla sicurezza siano molto soggettivi.

Aggiornato il 13 giugno 2025 alle ore 12:48