Siti web giapponesi: perché sono così diversi?

Nell’era del design minimal e delle interfacce pulite, i siti web giapponesi si distinguono da quelli occidentali per esserne il contrario. Una struttura affollata, colori vivaci e testi densi. Un’estetica che, a uno sguardo europeo, può apparire superata, ma che in realtà è frutto di una complessa convergenza tra vincoli tecnici, ritardi nell’evoluzione digitale e precise scelte culturali.

Uno dei primi ostacoli alla modernizzazione estetica è legato alla natura stessa della lingua giapponese. I sistemi di scrittura Kanji, Hiragana e Katakana richiedono decine di migliaia di glifi per essere rappresentati correttamente, rendendo onerosa la creazione di font tipografici completi. Questo ha spinto molti sviluppatori giapponesi a sostituire titoli testuali con immagini rasterizzate, limitando la flessibilità grafica e compromettendo la leggibilità su dispositivi ad alta risoluzione. È il caso, ad esempio, del sito ufficiale di Starbucks Japan, dove il logo tipografico viene renderizzato come immagine per evitare problemi di compatibilità.

All’origine dell’esteticaretrò” vi è anche una marcata stagnazione nell’evoluzione tecnica. In Giappone, l’utilizzo diffuso di Internet Explorer e di Adobe Flash si è protratto ben oltre i limiti osservati in altri Paesi industrializzati, ostacolando l’adozione di tecnologie responsive e soluzioni mobile-first. Molti portali hanno continuato a funzionare secondo la logica del “se funziona, non si cambia”, conservando layout e strutture codificate negli anni Duemila. Questa inerzia si è riflessa in un ritardo nell’adozione di framework moderni, mentre l’aggiornamento delle interfacce è stato spesso relegato a interventi minimi. Anche la mancanza di figure esperte in UX/UI design all’interno di molte aziende, unita a una diffusa alfabetizzazione digitale limitata, ha rallentato il ricambio generazionale dei modelli estetici.

Se il piano tecnico spiega una parte del fenomeno, è sul piano culturale che si comprende la scelta di mantenere layout visivamente saturi. La società giapponese privilegia forme di comunicazione adalto contesto”, dove l’ambiguità deve essere evitata fornendo all’utente tutte le informazioni possibili fin dal primo impatto. Da qui derivano interfacce colme di link, descrizioni, istruzioni dettagliate e riferimenti incrociati: ciò che per un utente occidentale può sembrare disordinato o ridondante, in Giappone è considerato rassicurante. La densità informativa, resa possibile anche dall’elevata compattezza visiva dei caratteri giapponesi, diventa uno strumento per evitare equivoci e ridurre l’incertezza, soprattutto nei contesti commerciali.

Infine, molti utenti giapponesi associano lo stile grafico tradizionale dei siti a una maggiore affidabilità. Le interfaccevecchio stile”, caratterizzate da sfondi colorati, immagini a bassa risoluzione, mascotte animate e sovrapposizioni testuali, suscitano un senso di familiarità che può prevalere sulla modernità estetica. In particolare, nei portali governativi, bancari o sanitari, l’apparenza austera e ricca di contenuti rappresenta una garanzia implicita di trasparenza e precisione.

Aggiornato il 11 giugno 2025 alle ore 11:21