Leone XIV e il suo ruggito di umanità per la pace

Quando il verbo si concreta, allora si materializzano i valori religiosi che tutti i cristiani professano o dovrebbero professare. Soltanto nell’opera quotidiana e pedissequa si può incidere in modo immanente per risolvere i problemi perniciosi della desolante realtà di oggi, contro ogni forma di afasica indifferenza, operando per il bene dell’umanità, con disarmante e cooperativo coraggio.

A tal proposito, merita evidenziare proprio la coraggiosa condotta diplomatica manifestata da Papa Leone XIV, che può essere riassunta nell’espressione metaforica “offensiva di pace”, come qualcuno già la definisce oltretevere, la quale declina l’importanza della Pace, attuando il motto agostiniano (caro al Pontefice) “In illo uno unum” (Nell’unico Cristo siamo uno), tratto dall’Esposizione sul Salmo 127 di Sant’Agostino.

Pertanto, proprio nell’unità dei valori personificati da Cristo, Papa Leone XIV declina la sua strategia proseguendo il solco della più viva tradizione diplomatica della Santa Sede.

In realtà, non si tratta di semplici dichiarazioni di principio, ma di una precisa strategia pastorale e geopolitica, che guarda tanto a Gaza quanto all’Ucraina, in nome del dialogo religioso e politico.

Infatti, Papa Leone XIV pone al centro della sua azione, la volontà di “far guardare i nemici negli occhi”, costruendo ponti anche sopra gli abissi più profondi, come quelli aperti dalle guerre e dai massacri del nostro tempo.

Invero, uno di questi ponti è stato materialmente testimoniato recentemente nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico: Papa Leone XIV ha accolto due attivisti per la pace, l’israeliano Maoz Inon e il palestinese Aziz Sarah.

I loro volti raccontano tragedie familiari laceranti – i genitori di Inon uccisi da Hamas il 7 ottobre 2023, il fratello di Sarah morto sotto il fuoco dell’esercito israeliano – ma le loro mani si stringono da mesi in un abbraccio che ha fatto il giro del mondo.

Infatti, i medesimi erano già stati protagonisti di un gesto simbolico a Verona, un anno fa, davanti a Papa Francesco, durante l’iniziativa “Arena di Pace” e ora tornano in Vaticano, come segno vivente della possibilità di una riconciliazione.

“Quando le vittime della violenza resistono alla tentazione della vendetta, diventano i testimoni più credibili di un cammino diverso”, ha detto Papa Leone XIV, riprendendo parole forti e chiare.

Il Papa ha inequivocabilmente rilanciato la dottrina sociale della Chiesa come bussola di orientamento per un mondo lacerato da conflitti e nazionalismi esasperati e richiamando Giovanni Paolo II, ha ricordato come la pace sia un “bene indivisibile” che va costruito ascoltando la realtà, le comunità, i territori, le istituzioni.

“La pace autentica non nasce dalla negazione delle differenze – ha spiegato – ma dal coraggio di attraversarle e riconoscerle”.

In un momento in cui a Gaza la guerra ha toccato vette di devastazione e di tragedia umana, Papa Leone XIV ha scelto di riaffermare con forza la condanna alle violenze e alle rappresaglie indiscriminate.

Il Papa panamericano ribadisce l’importanza della via diplomatica: “Solo disarmando i cuori e le menti si può spezzare il circolo della vendetta”.

Il messaggio lungimirante lanciato da Leone XIV va ben oltre il perimetro ecclesiale, si tratta palesemente di una decisa chiamata alla responsabilità per i popoli e le istituzioni: per Israele, un invito a riconoscere i pericoli di derive messianiche, populiste e militariste che rischiano di lacerare il tessuto democratico dello Stato ebraico; per la Palestina, una sfida a lasciarsi alle spalle il trauma e a tornare a parlare con l’altro, come seppero fare Rabin e Arafat trent’anni fa con gli Accordi di Oslo.

La Chiesa cattolica, attraverso la presenza del Patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, si dice pronta a fare la sua parte, come mediatrice, come custode dei luoghi santi, ma soprattutto come costruttrice di pace, sebbene parlare di pace sembra uno scandalo, un’ingenuità, una voce fuori dal coro, nel contesto geopolitico attuale così polarizzato.

Nonostante ciò, proprio la voce coraggiosa di Leone XIV, sebbene sia una voce unica e isolata, risuona in modo vibrante dai palazzi vaticani in tutto il mondo, una voce che non si limita a denunciare, ma che propone e accompagna percorsi fattivi, allo scopo di edificare il domani sopra l’abisso dell’oggi.

La pace – insegna Papa Leone XIV – non è un’utopia, ma una responsabilità, che si concretizza cominciando dal riconoscere l’umanità dell’altro, anche quando tutto spinge a negarla.

“Anno nuovo, battaglia nuova”

Aggiornato il 03 giugno 2025 alle ore 17:24