
“Segui il denaro e troverai la Mafia” disse Falcone e questo, ritengo è l’unico metodo investigativo per comprendere e colpire non solo le attività riconosciute illegali, ma può essere usato per rendere il sistema lobbystico più chiaro e trasparente, e dunque permettere ai cittadini elettori di essere consapevoli delle loro scelte politiche e associative. Per quanto è sempre esistita l’influenza delle lobby economiche sulla politica, in una società digitale con lo svilupparsi della Intelligenza Artificiale la manipolazione mediatica è un rischio oggettivo per il sistema democratico se non si introducono provvedimenti per garantire trasparenza e l’autonomia economica nel bilanciamento dei poteri.
Nella prima Repubblica c’erano, certamente, lobby che finanziavano la politica, ma ciò risultava moralmente e penalmente reato, nonostante che ciò era praticato da tutti i partiti, nei fatti Mani Pulite è stato un finanziamento illecito alla politica avvenuto tramite un accordo parlamentare con tutti i partiti nel modificare una norma fiscale sulla fusione di società industriali e quel risparmio che la fusione produceva, venne elargito a tutti i partiti in riferimento al loro peso elettorale, la norma la presentò un parlamentare ed ex ministro del Pci, Visco, parlo ovviamente della fusione Eni - Montedison poi saltata.
Questo riferimento storico è utile per chiarire che la politica e la democrazia senza soldi non esistono, perché sono attività costose che solo i demagoghi propongono come volontariato per manipolare le masse e favorire l’invidia sociale.
Non è un caso che nel 1989, con la caduta del muro di Berlino e la fine del comunismo, il Parlamento all’unanimità approvò una “sanatoria” in cui si amnistiarono tutti i reati di finanziamento nazionali ed esteri di illeciti ai partiti.
La mancanza di un finanziamento pubblico ai partiti, oltre a determinare una discriminazione sociale tra chi può accedere alla carriera politica e chi no, rende i partiti scalabili o condizionabili dalle lobby economiche. Per il bene della democrazia è doveroso che si ritorni ad un sistema adeguato di finanziamento pubblico, ma oggi è più che mai necessario sapere chi finanzia chi, ma questo vale sia per i partiti che per le associazioni che fanno politica.
Chi ha finanziato le associazioni contro il nucleare rendendoci la cenerentola energetica dell’Europa? Chi finanzia i No Tav? E le Ong? Abbiamo saputo dai giornali che Ultima Generazione chiude perché coloro che la finanziavano hanno deciso di porre fine a questa esperienza, ed era un fondo Pensione americano, è normale? Certo, se per beneficenza crediamo a Soros, e ai vari accoliti, che prima hanno speculato sulla lira e poi finanziato attività di associazioni che condizionano la politica dei governi democraticamente eletti, qualcosa non quadra.
La stessa riflessione vale per i finanziamenti che ricevono i quotidiani, tutto in democrazia è lecito se i cittadini sanno chi li finanzia. L’unica attenzione doverosa è sapere se i finanziamenti avvengono da paesi stranieri, è lecito?
Uno dei principi fondamentali della convivenza civile è non fare mai di un’erba un fascio, per cui credere che tutti i capitalisti siano potenziali malfattori è un pregiudizio che aiuta i malfattori veri a mimetizzarsi con la brava gente; certamente il capitalismo, lasciato a se stesso, produce diseguaglianze non perché sia cattivo, ma perché sono degli esseri umani cinici ad utilizzarlo in modo e in forme che produce discriminazioni. Se non ci sono regole (da non confondere con la burocrazia), prevale la legge cinica del più forte, del successo inteso tramite il profitto fine a se stesso.
Il leader svedese Olf Palme diceva: “Il capitalismo è come una pecora e non deve essere ammazzato, ma va tosato e raccolto il suo latte, sta ai socialdemocratici (io dico alla democrazia) saper distribuire equamente le ricchezze che esso produce”. Funzione quest’ultima che la socialdemocrazia europea ha dimenticato.
La democrazia, essendo imperfetta per antonomasia, è per noi occidentali il miglior sistema di governo perché è imperfetta come l’essere umano, per questo le regole sulla trasparenza economica sono le precondizioni per la sopravvivenza della democrazia, sia nei confronti delle manipolazioni dei media, ma anche del combinato disposto tra multinazionali, associazioni imprenditoriali e comparti delle istituzioni.
Uno degli sbagli che molti di noi commettiamo è immaginarci il mondo diviso in due: da una parte tutti i cattivi e dall’altra parte tutti i buoni. Farci credere ciò, è la condizione primaria per coloro che detengono il potere per dividerci ed isolarci affinché possano continuare a comandare nell’ombra usando i media e i partiti di oggi come marionette per i loro interessi. Solo la consapevolezza ci renderà liberi e responsabili.
Aggiornato il 16 maggio 2025 alle ore 14:15