
Documentari che si fermano nella memoria, niente di stupefacente ma entrano nelle essenzialità umana...
Animali, piccoli, grandi, che gli uomini maltrattano, abbandonati, imprigionati, bastonati, tra i rifiuti: vengono scoperti e soccorsi, almeno quelli che appaiono nei documentari, senza vita, bocca serrata, occhi spenti, sonno di piombo. Coloro che li scoprono o vengono avvertiti, professionisti, animatamente massaggiano, spalancano le labbra, aprono gli occhi ai trovatelli, comprendono se ancora vibra qualcosa in quei corpi sviliti... Siringhe, liquidi iniettati, perfino mascherine, ossigenazione suppongo, e carezza sul petto, sfregamenti, cuore, polmoni, e coperture, talvolta cagnolini di un soldino, gattini che non riempiono la mano, tenerume infantile... Continua l’apertura delle labbra, delle palpebre, e quel massaggio al petto... nessun risultato. Chi guarda il documentario si spaura, tutto è perduto, quegli esserini, anche animali di stazza... ormai è finita.
A fondo perso continuano le dita sul petto, le dita agitate come ad afferrare, e poi ecco la vita, la vita, un minuscolo moto di quei corpi, come un venir fuori dal sepolcro, e sorprendersi, e dopo qualche istante, il cagnolino, il gattino, sorgono, si scrollano, camminano, allora, in una frenesia di salvezza, i curatori lavano, insaponano, sciacquano e gli animali sentono che avviene per il loro beneficio, pulci, zecche, sporcizia, e se ne stanno acquietati, fiduciosi, vengono asciugati, ed ecco: il cibo, poppatoi, ciotole, una avidità affamata, incontenibile, zampettano, si ergono, assistiamo al fenomeno eccelso: vivere! Ridare la vita, vivere per far vivere!
Aggiornato il 14 aprile 2025 alle ore 13:10