Al di là di ogni ragionevole dubbio

È uno dei principi fondamentali alla base della giustizia scritta con la “G” maiuscola, quella davanti alla quale tutti sono uguali. Secondo detto principio un processo deve cercare IL colpevole e non UN colpevole. Il che vuol dire che, in fase di giudizio, un imputato non può finire in galera perché lo chiede la gente (forcaiola) o i giornali meno garantisti. Come non ricordarsi il 27 gennaio 2024 quando venne assolto il pastore di Burcei in Sardegna, Beniamino Zuncheddu che si era già fatto 32 anni di gattabuia perché accusato di una strage che non aveva commesso: 32 anni di carcere non sono proprio pochi, ti annientato, ti distruggono la vita, soprattutto se sei innocente. Il 7 agosto 1990, a Roma in via Carlo Poma, viene uccisa nel suo ufficio Simonetta Cesaroni. Fino a oggi il caso può essere considerato tranquillamente come irrisolto: negli anni diverse inchieste hanno fatto finire sotto inchiesta diverse persone ma del vero colpevole nessun traccia. Paradossalmente è meglio così che mettere in prigione il primo che capita. E quanti di voi metterebbero la mano sul fuoco (ragionevole dubbio) sulla colpevolezza dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi nella cosiddetta strage di Erba? Saranno proprio i due coniugi gli autori di quel massacro? Per il delitto sia Olindo Romano che la moglie Rosa Bazzi sono stati condannati definitivamente all’ergastolo. Era 1’agosto del 2007 quando invece a Garlasco fu uccisa, nella propria abitazione e con violenza, Chiara Poggi. Per l’omicidio la Cassazione condannò il fidanzato, Alberto Stasi, in via definitiva a 16 anni di reclusione nel carcere di Bollate. L’iter giudiziario del fidanzato della ragazza è stato caratterizzato da due assoluzioni e due condanne. Il sito di Italia Oggi ci ricorda che prima del verdetto decisivo nel 2015 il procuratore generale alzò le mani: “Non sono in grado di stabilire se è colpevole o innocente”. Oggi, mentre Stasi ha scontato gran parte della pena, la Procura di Pavia indaga per la seconda volta Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima. Anche in questo caso, e a distanza di anni, è piuttosto difficile parlare di “al di là di ogni ragionevole dubbio”.

Aggiornato il 25 marzo 2025 alle ore 10:17