
Ieri, dopo 38 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma, Papa Francesco è tornato in Vaticano. Il pontefice ha trascorso in ospedale il secondo periodo più lungo di ricovero della storia moderna per un papa dopo quello di Giovanni Paolo II, che nello stesso appartamento ha trascorso 55 giorni per curare un infezione sopraggiunta probabilmente dopo le numerose trasfusioni ricevute in seguito all’attentato del 13 maggio 1981. Per Bergoglio è stato un periodo di prova: come hanno detto i medici nella conferenza stampa il giorno precedente alle dimissioni, il papa ha avuto quattro insufficienze respiratorie ed è stato per due volte in pericolo di vita. La degenza del pontefice è stata seguita con apprensione e hanno destato polemiche le comunicazioni poco chiare del Vaticano, i bollettini definiti troppo tecnici e soprattutto la mancanza di immagini di Francesco (cosa in parte risolta con la foto pubblicata il 16 marzo scorso). È stato un periodo di preghiere e complotti. Parecchi influencer e pseudo personaggi pubblici hanno diffuso le teorie più grottesche e deviate, dal papa morto all’inizio del ricovero sino alla messa in dubbio dell’audio del pontefice, che sarebbe stato creato dall’intelligenza artificiale. Ieri mattina il pontefice, pochi minuti dopo mezzogiorno, si è affacciato da un balcone del quinto piano del Gemelli: è apparso visibilmente diverso a come eravamo abituati a vederlo.
Pochissima voce, le braccia sorrette a fatica che gli hanno però permesso di dare una veloce benedizione, lo sguardo di chi è consapevole della situazione che sta vivendo. Dopo le dimissioni, per il pontefice c’è stata una sosta alla Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo molto caro a Francesco (che tra l’altro ha scelto come luogo di sepoltura). Ha fatto poi ritorno in Vaticano, a casa Santa Marta, dove dovrà trascorrere un paio di mesi all’insegna del riposo e della fisioterapia fisica e polmonare. Le attività saranno ridotte al minimo, così come gli incontri ufficiali. A un mese dalla Pasqua, nel pieno dell’anno giubilare, il Papa torna finalmente a casa. Negli ultimi giorni – affermano i medici – da parte di Bergoglio c’è stata spesso la richiesta (quasi una supplica) di tornare in Vaticano. I medici hanno salvato la vita a Bergoglio, ma questo non esclude la possibilità di nuove crisi respiratorie e ulteriori complicazioni al quadro già complesso. Nel testo dell’Angelus diffuso poco prima dell’affaccio il papa si dice addolorato per “la ripresa di pesante bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza”. Chiede che tacciano le armi, che siano liberati gli ostaggi e auspica un “impegno urgente della comunità internazionale”. Continuerà sempre a colpirmi il suo impegno inascoltato per la pace e il dialogo: in un mondo di leader che giocano a fare i pagliacci urlanti, che vede i ministri degli Esteri in perenne imbarazzo, e che continua a permettere il massacro quotidiano di vittime innocenti, il grido simbolico del Papa mi rincuora.
Aggiornato il 24 marzo 2025 alle ore 09:49