
“Il Papa ha riposato bene, tutta la notte”. Lo comunica la sala stampa vaticana. Francesco, giunto al dodicesimo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma, non solo continua a fare nomine ma mette mano anche alle leggi interne. Il Papa “questa mattina si è svegliato, continua la terapia abituale di questi giorni”, “le condizioni sono quelle di ieri sera”. È quanto si apprende da fonti vaticane che confermano che Papa Francesco “si può alzare”. Il Papa ha dormito questa notte “senza interruzioni”, “una notte tranquilla di riposo” e quindi si può dedurre, fanno notare le stesse fonti, che “non ha avuto altre crisi respiratorie”. Alla domanda se Francesco sia aiutato a riposare attraverso la somministrazione di sedativi, si fa notare che “nei bollettini medici non sono mai stati menzionati”. Non è escluso un nuovo punto stampa con i medici ma non c’è data. I sanitari sottolineano che “anche nella giornata odierna non si sono verificati episodi di crisi respiratorie asmatiforme” e “alcuni esami di laboratorio sono migliorati”.
“Continuiamo la nostra preghiera che vogliamo dedicare in special modo a Papa Francesco, ma comunque a tutti i malati, dobbiamo continuare a pregare per il Papa perché il percorso terapeutico che sta portando avanti sia efficace, vi è qualche cosa di buono”. Lo dice don Nunzio Currao, cappellano del policlinico Gemelli, guidando questa mattina l’adorazione eucaristica nella cappella San Giovanni Paolo II nella hall del nosocomio, particolarmente gremita di persone. Don Nunzio, che in questi giorni di degenza di Papa Francesco ha potuto avere diversi contatti con l’entourage del Pontefice, proprio per fargli avere le copiose preghiere e i messaggi che anche dai reparti si levano per Jorge Bergoglio, ha alluso al “lieve miglioramento” riportato ieri sera dal bollettino diramato dalla sala stampa vaticana. “Adesso chi gira per i reparti trova pazienti come il Papa – ha aggiunto don Nunzio – pazienti secondo i tempi umani, terapeutici previsti dai medici e dalla scienza con il loro percorso, piano piano, con calma. Vedete la pazienza?”. All’esterno dell’ospedale continua la processione di fedeli, malati, avventori che dicono una preghiera o portano un fiore o accendono un lumino per il Pontefice.
Intanto, il Papa oggi ha deciso di modificare la Legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, del 13 maggio 2023, e la Legge numero CCLXXIV sul Governo dello Stato della Città del Vaticano, del 25 novembre 2018, e ha nominato, con decorrenza dal 1° marzo 2025, segretari generali del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano: monsignor Emilio Nappa, finora segretario aggiunto del Dicastero per l’Evangelizzazione, nella Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove chiese particolari, e presidente delle Pontificie Opere Missionarie; l’avvocato Giuseppe Puglisi-Alibrandi, finora vicesegretario generale del Governatorato. Allo stesso tempo Papa Francesco ha attribuito a Suor Raffaella Petrini, dal 1° marzo 2025 presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato del medesimo Stato, “la potestà di disporre e conferire, opportunamente, ai sopramenzionati segretari generali specifiche competenze o particolari compiti”. Oltre alle due nuove nomine al Governatorato, e al cambio delle norme per consentire di avere pieni poteri a suor Raffaella Petrini, che non è cardinale come sono stati tutti i precedenti presidenti del braccio amministrativo della Santa Sede, nel Bollettino odierno ci sono anche altre decisioni e nomine del Papa: la rinuncia del vescovo ausiliare di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile); la rinuncia e la nomina dell’arcivescovo metropolita di Vancouver (Canada); la rinuncia e la nomina del vescovo di Itapetininga (Brasile); la nomina del vescovo di Itabuna (Brasile); la nomina di vescovi ausiliari di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile).
Frattanto, il Papa dal Gemelli ha deciso che Salvo D’Acquisto (nella seconda foto) potrebbe essere presto beato. Ieri, “nel corso dell’udienza concessa al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato e a monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari Generali”, il Papa ha autorizzato il Dicastero delle cause dei santi a promulgare alcuni decreti sui santi. Tra questi il decreto riguardante “l’offerta della vita del servo di Dio Salvo D’Acquisto, fedele laico, nato a Napoli il 15 ottobre 1920 e morto a Palidoro il 23 settembre 1943”. A questo punto mancherebbe solo il riconoscimento di un miracolo. Salvo D’Acquisto nacque a Napoli il 15 ottobre 1920, primogenito di una famiglia modesta e numerosa “nella quale gli vennero trasmessi solidi valori cristiani”, sottolinea il Dicastero per le Cause dei santi. A quindici anni, lasciati gli studi, iniziò a lavorare nella bottega dello zio e, a diciotto anni, entrò nell’Arma dei carabinieri frequentando la Scuola allievi Carabinieri di Roma, al termine della quale fu promosso carabiniere presso il Commissariato generale per le fabbricazioni di guerra. Nel novembre del 1940, a seguito dell’entrata in guerra dell’Italia, fu inviato in Libia dove prestò servizio fino al settembre 1942.
“La sua rettitudine morale suscitò ammirazione da parte dei colleghi militari di fronte ai quali non si vergognava di fare il segno della croce e recitare il Rosario”, riferisce ancora il Dicastero vaticano. Rientrato in Italia nel settembre 1942, dopo aver frequentato a Firenze il Corso intensivo per allievi sottufficiali dei Carabinieri, venne assegnato in qualità di vicebrigadiere alla Stazione dei Carabinieri di Torrimpietra. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si trovò ad operare nei difficili momenti che si crearono a causa della fuga del re da Roma e dell’occupazione da parte dell’esercito nazista del Centro e del Nord Italia con il conseguente sbandamento del Regio esercito italiano. Il giorno successivo all’armistizio infatti si verificarono degli scontri tra tedeschi e italiani, non più alleati, anche nei pressi della Stazione dei Carabinieri di Torrimpietra. Il 22 settembre alcuni soldati tedeschi entrarono nella Torre di Palidoro, sede della Guardia di Finanza. I finanzieri avevano abbandonato la Torre e rinchiuso in casse metalliche degli ordigni esplosivi precedentemente sequestrati. Alcuni militari tedeschi forzarono quelle casse provocando un’esplosione che ne uccise uno e ne ferì gravemente altri due. Sospettando un attentato, il comando nazista cercò i carabinieri e poiché il maresciallo non era in sede, arrestarono il vicebrigadiere Salvo D’Acquisto interrogandolo sull’accaduto. Fu minacciata una rappresaglia se non si fosse trovato il colpevole dell’esplosione, in realtà dovuta a delle incaute manovre degli stessi tedeschi. Vennero così presi in ostaggio 22 uomini del paese e immediatamente condannati a morte. Per salvarli Salvo D’Acquisto dichiarò al comandante delle truppe tedesche di essere responsabile dell’accaduto, offrendosi in cambio della liberazione di tutti gli altri. Subito venne fucilato mentre gli ostaggi furono tutti liberati. Il 15 febbraio 1945 le autorità militari italiane conferirono in sua memoria la medaglia d’oro al valor militare.
Aggiornato il 25 febbraio 2025 alle ore 16:11