L’individuo? A rischio!

Quando ciò che compiamo è al di sotto di quel che vorremmo compiere ci volgiamo all’inerzia, disprezzandoci. E il non continuare lo preferiamo al continuare insoddisfacente. Ma può scatenarsi una disperata, spasmodica insorgenza avversa a questo annullamento, ci anneghiamo comunque nell’oceano del fare a furiose bracciate per fingere, con gli schizzi negli occhi, chi sa quali risultati che oscurino il vuoto. O diventiamo pazzi e oltrepassiamo la circoscritta consistenza individuale  espandendola all’universo, “Io sono il mondo”, abbandonando l’insopportata limitazione dell’Io sono Io. Con tale cambiamento visionario svanisce il nulla, l’Io si crede, si sente “tutto”, e la pazzia ci salva traendoci nel pianeta della demenza, un garofano diventa una stella, ciò che pensi ti appare esistente, e manca la realtà reale. Il nano si sente un Don Chisciotte cosmico. Insomma: o un “uomo nientenulla”; o un uomo enorme quanto il cosmo. Paradossalmente, due grandezze. Franz Kafka si riteneva il verme più minuscolo, Friedrich Nietzsche da ultimo si credeva un dio onnivolente, In questo Museo un posto lo merita Max Stirner, che si riteneva non abiettissimo come Kafka né sommissimo come Nietzsche, piuttosto unico, quindi destinato a sparire perché come se stesso, unico, appunto, spariva dall’esistere.

La coscienza di essere un nulla cosciente ha degli stati mentali che pochi si rappresentano. Cammini come un fantasma, puoi lavorare tutto il giorno, non dormire o minimamente e reputi di aver compiuto niente. Un trapano buca il tuo sacco che resta sempre vuoto o lo ritieni vuoto, ti giudichi il non essere dell’essere, esisti come inesistente, sei pieno di vuoto, ciò che entra esce, ogni esperienza si rende evanescenza, una nuvola che il vento scosta dal cielo. Allora non vuoi continuare come individuo, spezzi l’ancoraggio all’Io sono Io, il limite che ti chiude ma ti fa essere te stesso, la mente si frantuma e si disperde. dell’Io sono Io nessuna traccia riconoscibile, la mente oltrepassa il cervello, e non lo riprende. Non inoltrarti in queste evenienze, rimani accucciato in te stesso, scava in te, vivi intensissimamente nel tuo limite, non vasto ma profondo.

Non allontanarti dall’Io. Tu nello spazio. Non lo spazio in te! Non farti spazio. Scandisci la vita secondo i princìpi del tempo. Due ombre svolazzano nel futuro e provano le ali oggi: che l’individuo si ritenga infimo nel mondo ormai percepito vastissimo; che l’individuo per sfuggire la coscienza del suo poco essere come individuo vaneggi immensità illusionistiche. E una terza ombra: la fine dell’era dell’uomo.

Aggiornato il 05 febbraio 2025 alle ore 14:18