Il tenente colonnello Barbara Vitale, psicologa e comandante della Sezione Atti Persecutori del reparto Analisi Criminologiche dell’Arma dei Carabinieri ci regala una disamina su dati comportamenti e forme di prevenzione relativi alla violenza di genere degli ultimi anni.
Con l’espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso.
La differenza che si nota dal 2023 al 2024 è insita nel movente in cui tale violenza viene perpetrata, cioè per la maggior parte dei casi è sempre più legato alla sfera di natura affettiva passionale mentre sono diminuiti i casi legati a motivazioni economiche o alla criminalità organizzata. Questo perché i femminicidi si maturano e consumano all’interno di relazioni affettive: aumentano segnalazioni che riguardano ad esempio i figli che perpetrano minacce e percosse nei confronti dei genitori.
La normativa contro la violenza di genere persegue quattro obiettivi principali che l’Arma identifica nelle quattro P: prevenzione, protezione delle vittime, perseguimento dell’autore della violenza e politiche integrate, cioè l’importanza di fare rete con i servizi presenti sul territorio come i centri anti violenza, sia per assistenza legale, psicologica o logistica.
Con l’introduzione nel 2009 del reato di atti persecutori-stalking, che si configurano in ogni atteggiamento violento e persecutorio e che costringono la vittima a cambiare la propria condotta di vita, fino alla legge sulle “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere”, risultano infatti rafforzati la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime, una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere di violenza.
La normativa, aggiornata con la legge n.69/2019 in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, rientra interamente nel quadro delineato dalla Convenzione di Istanbul (ratificato dall’Italia nel 2014), primo strumento internazionale giuridicamente vincolante “sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”.
Aggiornato il 05 febbraio 2025 alle ore 13:07