Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur
Italiano, 55 anni, avrebbe finito di scontare la sua pena nel 2027, ma l’altro ieri pomeriggio ha deciso di “evadere” impiccandosi nella sua cella della Casa di reclusione di Vigevano. Subito soccorso, è stato condotto in fin di vita in ospedale, ma è spirato poco dopo. Salgono a 9 i detenuti, cui bisogna aggiungere un operatore, che dall’inizio dell’anno si sono tolti la vita. Una strage che prosegue sulla scia del 2024, quando si è battuto ogni record negativo, con 89 reclusi e 7 agenti suicidi.
Non lo scrivo io, lo scrivono i sindacati della polizia penitenziaria: “La crisi del sistema d’esecuzione penale e, particolarmente, di quello inframurario è tale da richiedere misure di carattere emergenziale. Va deflazionata la densità detentiva, necessita potenziare urgentemente il corpo di polizia penitenziaria, ai cui appartenenti continuano a essere negati diritti anche di rango costituzionale, serve assicurare l’assistenza sanitaria e vanno messe in campo riforme complessive. Politicamente e moralmente, occorre fermare la carneficina e restituire legalità alle carceri, per chi vi è ristretto e per chi, lavorandoci, cerca ogni giorno per come può di mettere una pezza alle moltissime falle, non sempre riuscendovi in un contenitore che fa acqua da tutte le parti”.
Aggiornato il 30 gennaio 2025 alle ore 14:03