Si allarga anche in Italia il nuovo fenomeno podcast

Un podcast su Instagram ha fatto conoscere al grande pubblico che la giornalista Cecilia Sala (nella foto) è tornata al suo mestiere, dopo la liberazione l’8 gennaio dal carcere di Evin a Teheran. Il video, registrato in una camera d’albergo a Kiev, mostra il colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’intervista integrale è stata pubblicata sul Foglio diretto da Claudio Cerasa, dove la giornalista lavora. Contemporaneamente Il Messaggero ripropone, con cadenza settimanale, le interviste e le biografie di molti personaggi realizzate a Dicono di te, il podcast di Malcom Pagani, prodotto da Chora Media e da Tenderstories. Sabato era la volta di Marco Risi, il figlio del regista Dino, uno dei padri della commedia all’italiana con Mario Monicelli, Luigi Comencini, Ettore Scola. Scatta nell’editoria e nelle comunicazioni la produzione di podcast. Uno strumento per fruire di informazione sempre attuale, innovativa e di facile reperibilità. L’epoca di rapidi cambiamenti tecnologici e di consumi in evoluzione impone aggiornamenti continui per raggiungere un pubblico ampio e diversificato, permettendo così di ottenere contenuti personalizzati.

In questo campo l’agenzia Adnkronos, diretta da David Desario, ma sviluppata dal giornalista-editore Giuseppe Marra, si sta ponendo all’avanguardia lanciando la nuova sezione podcast per accedere alle produzioni audio, realizzate negli ultimi anni. Dalle rilevazioni effettuate tra il 2022 e il 2024 si ricava che gli ascoltatori di questa tipologia di contenuti sono saliti a circa 15 milioni, pari a quasi il 40 per cento degli utenti di Internet tra i 16 e 60 anni. In realtà, i podcast nacquero nel 2005 quando podcasting venne scelta come parola dell’anno dal dizionario Usa New Oxford. Quest’anno è: rispetto. Il futuro era dietro l’angolo. Il primo podcast fu del giornalista Christopher Lydon che scoprì come distribuire file mp3 online con l’aiuto del collega Dave Winer dell’Università di Harvard. Fu un altro giornalista inglese della Bbc, Ben Hammersley, a scrivere un articolo sul Guardian in materia di personal option digital casting, un’espressione che derivava dall’unione di “iPod”, il lettore multimediale di Apple con broadcast. Ora, gli ascoltatori possono trovare e riproporre podcast su molti servizi e App e possono anche guadagnare. Negli anni YouTube è diventato una fonte din reddito, dovendo però rispettare alcuni paletti: ogni mille visualizzazioni si ottengono tra i 25 centesimi e i 4 euro. Per avere circa 5mila dollari si devono avere circa un milione di visualizzazioni. Per realizzare il podcast non servono microfoni professionali o uno studio di registrazione.

È sufficiente scaricare una App sul proprio smartphone e seguire le istruzioni. Per i giornalisti c’è ora Ferrite che viene utilizzata come sistema per registrare e pubblicare online le interviste o dettare gli articoli. Una volta c’era la figura del dimafonista. Per i fotografi la svolta epocale è arrivata con le macchine fotografiche digitali, potendo scattare immagini da trasmettere, in tempo reale, alle redazioni. L’immagine dell’omino in bianco davanti ai carrarmati russi su Piazza Tienanmen venne trasmessa dai cronisti piazzati con le telecamere sul terrazzo di un albergo di Pechino. Secondo una ricerca dell’agenzia NielsenIQ per conto di Audible di Amazon, un italiano su tre (circa 17 milioni), ascolta un podcast o un audiolibro. La scelta favorevole deriva da tre motivazioni: informarsi costantemente, scoprire nuovi contenuti, approfondire un argomento specifico. C’è una classifica mondiale. Il primo da 5 anni è il podcast del comico Usa Joe Rogan. In Italia, molto diffuso è quello di Chora Media diretto dal giornalista Mario Calabresi.

Aggiornato il 27 gennaio 2025 alle ore 15:43