Una patologia di cui si parla molto poco, che non va sottovalutata e che schiavizza 50mila persone l’anno: stiamo parlando delle insufficienze renali, cioè quando i reni non funzionano più e si è obbligati a lavare il sangue attraverso la dialisi. La macchina della dialisi è stata inventata negli anni ’60 e ad oggi è l’unico sistema per sopravvivere all’insufficienza renale. Questo complica molto la vita dei pazienti costretti tre volte a settimana ad essere attaccati con dei grossi aghi alla macchina per almeno quattro ore.

Alessandra Cantilena, presidente dell’associazione Liberi Tutti Aps, si occupa di sostenere la ricerca per la cura delle patologie renali e afferma che questa macchina dovrebbe essere ormai obsoleta ma dagli anni ’60 ad oggi non è cambiato molto. Nasce per questo l’idea di girare un cortometraggio per sensibilizzare le persone su questo tema e incentivare la ricerca scientifica e grazie alla collaborazione con Daniele Falleri che ne cura la regia viene realizzato “C’hai 5”, un’opportunità per il pubblico di avvicinarsi alle storie di persone troppo facilmente dimenticate, in attesa perenne di una soluzione, sia essa il trapianto o la dialisi.

“C’hai 5” racconta di una bambina che da giovanissima è costretta a subire un trapianto a causa di una malattia renale. La bimba diventerà un medico (interpretato da Maria Grazia Cucinotta) che dedicherà la sua vita alla ricerca di nuove cure per coloro che, come lei, hanno dovuto affrontare una malattia fortemente invalidante.

Nonostante tali patologie affliggano 6 milioni di persone solo in Italia, se ne parla ancora poco e ad oggi la ricerca per le cure è ferma. “C’hai 5” rappresenta un’occasione per spingere le persone a donare per migliorare la vita di chi è afflitto da questo genere di patologie.

Aggiornato il 15 gennaio 2025 alle ore 18:45