La depressione post partum: un fenomeno in crescita

Secondo una ricerca condotta da un team dell’Università della Georgia e pubblicata su Archives of women’s mental health, circa una donna su dieci soffre di depressione o ansia entro i primi sei mesi dalla nascita del bambino. Ma quali sono i sintomi di questo malessere? La depressione post partum colpisce con diversi livelli di gravità e si palesa generalmente tra la sesta e la 12ª settimana dopo la nascita del figlio per una durata che va dai due ai sei mesi. La neo mamma si sente costantemente triste, irritabile, incline al pianto, non all’altezza rispetto ai cambiamenti che la attendono. Lo studio mostra come il 70-80 per cento delle donne dopo il parto attraversi il cosiddetto “baby blues”, ovvero provi certa instabilità emotiva, mentre il 10-15 per cento delle donne, invece, va incontro ad un vero e proprio stato depressivo che non tende a scomparire, andando a volte (25 per cento delle donne non trattate) oltre il primo anno di nascita del bambino. Sembrerebbe, tuttavia, che sia un particolare ormone rilasciante corticotropina placentare a giocare un ruolo determinante nella comparsa dei sintomi della depressione post partum. Isabel Almeida, direttrice del Latina perinatal health lab, California, ha seguito ben 173 donne statunitensi durante la gravidanza e dopo il parto, rilevando che il 13,9 per cento delle partecipanti che hanno riportato sintomi depressivi un mese dopo il parto registrava un livello di tale ormone particolarmente elevante, così da ipotizzare che la presenza di tale ormone (pCRH) sia in grado di influenzare i sintomi depressivi post partum.

Sostenere il benessere emotivo delle donne si mostra necessario, tanto da richiedere un’attenta analisi dei potenziali sintomi e dei primi campanelli d’allarme. Sono proprio i consultori familiari ad essere impegnati, da molti anni, nella promozione e tutela della salute mentale della donna in gravidanza e nei primi mesi dopo il parto, offrendo uno screening per il riconoscimento precoce della depressione post partum e un colloquio psicologico clinico con finalità diagnostiche in caso di un sospetto disagio psicologico. In questa prospettiva si è posto lo studio “Music and Motherhood” promosso dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità e pubblicato Frontiers in Medicine, che ha visto la partecipazione di tre Paesi, tra cui l’Italia (Asl a Torino, Roma e Padova).

Il progetto a cui hanno partecipato 23 mamme con sintomi di depressione post partum, ha dimostrato come il canto aiuti le donne a migliorare il proprio stato emotivo, ad esprimere i propri sentimenti e il proprio stato d’animo. Sottolinea Ilaria Lega (Reparto salute della donna e dell’età evolutiva, Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità) come “l’attenzione alle esigenze delle madri e la co-presenza di un insegnante di canto e di un operatore sanitario sono stati tra i fattori chiave del successo del progetto nella sua declinazione italiana”.

Un fenomeno, dunque, su cui non è possibile sorvolare, ma su cui occorre invece porgere la giusta attenzione.

Aggiornato il 09 gennaio 2025 alle ore 13:34