Violenza giovanile e retorica

Tra poco arriveremo a essere “abituati” alle notizie di cronaca nera con protagonisti ragazzini: dalla violenza fine a sé stessa con la pistola in mano, all’omicidio, al femminicidio, all’aggressione, per non parlare di bullismo.

Oggi ancora rimaniamo sbalorditi di fronte a certi episodi, ma si ha l’impressione che lo sbalordimento durerà ancora poco e che lascerà poi lo spazio a quella che verrà definita come “normale amministrazione”. Soprattutto in precisi ambiti territoriali, il 15-17enne a mano armata è purtroppo (e troppo spesso) agli onori della cronaca. Pesti per sbaglio il piede a un giovane sporcandogli le costose scarpe che indossa? Chiedergli scusa non basta: ti arriva una pistolettata in pieno petto e passa la paura. E se per caso un ragazzino fa la spia perché la compagna di classe ha copiato un compito, quest’ultima si presenta a scuola con un coltello da cucina e sferra allo “spione” tre coltellate.

Abbiamo fatto riferimento soltanto a due episodi (realmente accaduti in provincia di Napoli e a due passi da Roma), ma la situazione si sta facendo davvero difficile e da non sottovalutare. A ogni episodio scatta l’inevitabile dibattito sulle responsabilità. La famiglia spesso fa finta che la propria prole non esista abbandonandola a sé stessa; la presenza in classe di due-tre bulletti di periferia che hanno come unica ragione di vita quella di scatenare risse; la scuola che, di fronte a soggetti “difficili”, si gira spesso dall’altra parte magari anche fischiettando. Diversa la situazione nel Napoletano, dove la Camorra “arruola” le giovani generazioni per il suo futuro criminale e, per prima cosa, ne arma la mano. I partenopei, però, una “fortuna” ce l’hanno: si chiama Geolier (che non è un prete delle periferie, ma un rapper), che ha dimostrato di non aver paura della retorica: rivolto ai giovani ha spiegato loro che “un libro è meglio di una pistola, la cultura annienta la criminalità”. Ma và? Dai Geolier, facci sognare. “A 16 anni nessuno dovrebbe avere una pistola. Nei quartieri, i ragazzi devono cambiare mentalità – ha ancora sostenuto il rapper – e scappare da tutto questo male”. E, aggiungiamo noi ancora, “quando c’è il sole si vede meglio di quando è buio”.

Aggiornato il 07 novembre 2024 alle ore 11:19