Sebbene un penalista e un veterinario operino in ambiti molto diversi, le loro modalità di comunicazione e investigazione condividono alcuni principi fondamentali, come l’analisi accurata delle prove e la ricerca della verità. Tuttavia, le loro tecniche e finalità specifiche differiscono notevolmente a causa dei diversi contesti in cui operano: la giustizia umana e la scienza biologica.
Il penalista: l’investigazione nel contesto giuridico e penale
Un penalista si occupa dell’applicazione e della difesa del diritto penale, concentrandosi sull’individuazione di responsabilità legali per atti criminosi. La sua attività investigativa e comunicativa si basa su un metodo razionale e rigoroso, guidato da norme e procedure ben definite, che devono garantire equità e giustizia per tutte le parti coinvolte. Le fasi principali di investigazione per un penalista includono:
1) Raccolta delle prove: nel diritto penale, la raccolta delle prove è essenziale. Il penalista collabora spesso con investigatori, forze dell’ordine e tecnici forensi per ottenere elementi che dimostrino la colpevolezza o l’innocenza di un imputato. La catena di custodia delle prove è un aspetto cruciale: ogni oggetto deve essere tracciato dall’acquisizione alla presentazione in tribunale. Questo garantisce che le prove non vengano manomesse o contestate in fase processuale.
2) Esame e analisi delle testimonianze: la comunicazione verbale, attraverso interrogatori e testimonianze, è un pilastro del lavoro del penalista. Il penalista deve saper porre domande in modo da far emergere verità nascoste o contraddizioni, con una grande attenzione ai dettagli linguistici. Il confronto tra versioni diverse dei fatti è un momento delicato, in cui la precisione e la logica delle argomentazioni risultano determinanti.
3) Ricerca giuridica e interpretazione normativa: la parte investigativa di un penalista non riguarda solo i fatti materiali, ma anche l’interpretazione delle norme e dei precedenti giuridici. Spesso, un buon penalista deve ricorrere alla giurisprudenza per trovare casi simili e capire come sono stati risolti dai tribunali. La legge non è solo un insieme di regole statiche, ma un sistema dinamico, che evolve attraverso l’interpretazione dei giudici.
4) Comunicazione in aula: la retorica forense è uno degli strumenti principali di un penalista. Durante il processo, l’abilità di comunicare in modo chiaro, persuasivo e rigoroso è fondamentale per convincere il giudice o la giuria. La narrazione dei fatti, l’organizzazione logica delle argomentazioni e l’uso di prove concrete sono tecniche chiave per la difesa o l’accusa.
Il veterinario: investigazione biologica e diagnosi
Al contrario, il veterinario si muove in un contesto che richiede un diverso tipo di investigazione, basato sulle scienze biologiche. Il suo lavoro investigativo si concentra sulla diagnosi delle malattie, sulla cura e prevenzione, spesso dovendo agire senza la possibilità di comunicare verbalmente con il paziente (l’animale). Le principali fasi di investigazione per un veterinario includono:
1) Raccolta di dati clinici e diagnostici: il veterinario deve analizzare segni clinici visibili e raccogliere dati attraverso esami di laboratorio, radiografie, ecografie, e analisi del sangue. L’investigazione veterinaria spesso si basa su test scientifici per identificare la causa di un problema di salute. Qui, la precisione tecnica e la conoscenza biologica sono essenziali per formulare una diagnosi corretta.
2) Interpretazione dei sintomi e anamnesi: non potendo comunicare direttamente con l’animale, il veterinario deve affidarsi ai segni clinici e alla descrizione dei sintomi forniti dal proprietario. Questo richiede un’abilità investigativa particolare, perché l’interpretazione del comportamento e delle reazioni fisiche degli animali è un processo complesso che coinvolge intuizione e conoscenza. Ad esempio, il veterinario deve saper distinguere tra un comportamento ansioso che può derivare da dolore o malattia e un comportamento legato allo stress ambientale.
3) Indagini epidemiologiche: nel caso di malattie che si diffondono tra gli animali o tra animali e uomini (zoonosi), il veterinario conduce indagini epidemiologiche per identificare l’origine di un’infezione e le vie di trasmissione. Questi studi sono fondamentali per prevenire ulteriori focolai e proteggere sia la salute animale che quella umana. Le modalità di comunicazione e investigazione in questi contesti coinvolgono anche enti sanitari pubblici, rendendo la figura del veterinario parte di una rete di professionisti impegnati nella sanità pubblica.
4) Comunicazione scientifica: anche se il veterinario non si occupa di cause legali, la sua capacità di comunicare i risultati delle indagini è fondamentale, specialmente quando deve spiegare a un proprietario la diagnosi di un animale e le opzioni di trattamento. La comunicazione deve essere chiara, dettagliata e adattata al livello di comprensione del destinatario. Spesso, il veterinario deve anche gestire aspetti emotivi della comunicazione, in quanto le decisioni cliniche possono riguardare la vita o la morte dell’animale.
Paralleli tra le modalità investigative: la ricerca della verità
Sia il penalista che il veterinario, seppur in contesti diversi, sono fondamentalmente impegnati nella ricerca della verità. Per il penalista, la verità riguarda l’individuazione delle responsabilità penali e la corretta applicazione della legge. Per il veterinario, si tratta di identificare la causa di una malattia o un comportamento anomalo per ripristinare la salute dell’animale. Entrambi lavorano con un metodo che si basa sulla raccolta e analisi di dati oggettivi. Il penalista utilizza prove documentali, perizie tecniche e testimonianze per costruire la propria argomentazione, mentre il veterinario si affida a dati clinici, esami diagnostici e osservazioni comportamentali. In entrambi i casi, una corretta gestione e interpretazione delle informazioni è fondamentale per raggiungere un esito corretto.
Differenze nella gestione delle incertezze
Una differenza significativa tra i due approcci riguarda la gestione delle incertezze. Nel diritto penale, l’incertezza viene affrontata attraverso il principio del “ragionevole dubbio”, secondo il quale l’imputato non può essere condannato se non ci sono prove certe della sua colpevolezza. Questo principio trova fondamento nel garantismo giuridico e nella tutela dei diritti dell’individuo (articolo 27, comma 2 della Costituzione italiana: “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”). In campo veterinario, invece, l’incertezza biologica è intrinseca alla pratica medica. Gli animali non possono comunicare il loro stato di salute come fanno gli esseri umani, e le malattie si presentano con segni variabili. Il medico deve quindi spesso prendere decisioni sulla base di ipotesi e trattamenti probabilistici, adattando il suo intervento in base alla risposta clinica dell’animale.
Conclusione: due approcci complementari
In definitiva, sia il penalista che il veterinario adottano approcci investigativi e comunicativi rigorosi e sistematici, ma con obiettivi e metodi diversi. Il penalista lavora all’interno di un sistema normativo ben definito, dove la raccolta e l’analisi delle prove seguono regole rigide, mentre il veterinario deve muoversi in un contesto più fluido e incerto, dove la biologia non segue schemi perfettamente prevedibili. Nonostante queste differenze, entrambi i professionisti condividono una ricerca continua della verità e un impegno per la giustizia e il benessere, anche se in ambiti che appaiono, a prima vista, lontani.
Aggiornato il 24 ottobre 2024 alle ore 10:08