Denatalità: l’Istat certifica il calo continuo

I dati Istat su natalità e fecondità della popolazione residente hanno certificato che nel 2023 è sceso ancora il numero medio di figli per donna, che si attesta a 1,20. Un dato che si avvicina molto al minimo storico di 1,19 registrato nel 1995. Nel 2022 si attestava a 1,24: il calo si attesta quindi sul 3,4 per cento.

Per ogni mille residenti in Italia sono nati poco più di sei bambini lo scorso anno. Il calo delle nascite prosegue anche nel 2024: in base ai dati provvisori relativi, si legge nel report, a gennaio-luglio le nascite sono 4.600 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023.

Il rapporto dell’Istat sottolinea la differenza nella composizione della popolazione femminile residente: se nel 1995 il tasso di fecondità totale era ascrivibile quasi completamente ai comportamenti delle italiane, nel primo decennio degli anni 2000 il contributo delle donne straniere alla ripresa della fecondità è stato determinante. Scenario cambiato nel secondo decennio del secolo.

E i dati provvisori del 2024 non sembrano migliorare: la stima effettuata sui primi sette mesi di quest’anno certificano una fecondità pari a 1,21.

Anche i dati relativi all’età media delle madri alla nascita del primo figlio in Italia non sono incoraggianti: nel 2023 si attesta sui 31,7 anni, con le madri italiane che si aggirano intorno ai 33 anni rispetto alle straniere (29,7). Nel 1995 la media era 28 anni.

Nel rapporto viene sottolineato anche come nel 2023, contrariamente a quanto osservato negli ultimi anni, i figli nati fuori dal matrimonio siano lievemente diminuiti, attestandosi a 160.942, con un calo di poco più di 2mila unità sul 2022. La loro incidenza sul totale delle nascite continua però a crescere (42,4 per cento nel 2023), sebbene in misura inferiore rispetto alla crescita media registrata nel periodo 2008-2022.

Aggiornato il 21 ottobre 2024 alle ore 17:11